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Ritratti

Ritratti
titolo Ritratti
sottotitolo Volti del mio Novecento
Autore
Argomenti Cronache e storia
Italia e politica
Cultura e società
Collana Le storie
Editore Melampo Editore
Formato
libro Libro
Pagine 256
Pubblicazione 2010
ISBN 9788889533475
 
15,00
 
Disponibilità immediata

In pillole

Nell'aula deserta della Camera era rimasto con Pajetta un solo deputato democristiano il quale, imperterrito, continuava a parlare da oltre un'ora. A un certo punto Pajetta si alzò dal suo scranno e si avviò verso l'uscita. Prima di varcare la soglia della porta si fermò e rivolgendosi all'oratore disse ad alta voce: "Quando hai finito spegni la luce"


Craxi ciese pubblicamente "la mia testa". Ero colpevole di essermi rivolto alla magistratura di fronte a una precisa denuncia di presunti fatti illeciti. "Il sindaco Novelli - disse Craxi - ha spezzato il rapporto di fiducia con il nostro partito. Se i compagni comunisti vogliono proseguire l'alleanza con noi scelgano un altro sindaco"

Quel mattino nel Transatlantico di Montecitorio chiesi a D'Alema cosa c'era di vero nella singolare voce che lo faceva presidente della Bicamerale per le riforme istituzionali, aggiungendo: "Non ti farai mica incastrare?". Lui mi rispose con tono saccente: "Perché, saresti contrario? Sei il solito massimalista, scarso di cultura di governo. A te, piemontese, Cavour non ha insegnato niente"

Gorbaciov, mio coetaneo, lo avevo conosciuto quarantenne. Era allora un dirigente del Pcus di seconda fila. Voleva sapere de rapporti tra noi comunisti e il mondo cattolico: delle gerarchie vaticane ai parroci delle città e delle campagne; del ruolo del sindacato nei luoghi di lavoro. Ma soprattutto voleva capire cosa intendevamo per "via italiana al socialismo"

Le partite di calcio con Valentino Mazzola, eroe del Torino naufragato a Superga. Gianni Agnelli che un giorno chiede a bruciapelo: "Perché lei è comunista?". Un profilo al vetriolo di Cesare Romiti. La lunga amicizia con Enrico Berlinguer. Gli incontri e gli scontri con i massimi leader della prima e della seconda Repubblica: Andreotti, Cossiga, Craxi, Occhetto, D'Alema. Le conversazioni con i grandi intellettuali, Moravia, Spinelli, Firpo. Aneddoti poco edificanti sull'"infanzia" di futuri famosi, come il giovane Minzolini, inventore di "cronache" parlamentari. Il racconto di Diego Novelli procede per flash che illuminano il Novecento italiano, dall'era fascista ai giorni nostri, dalla visita di Mussolini a Torino - dove l'autore è il bimbo prescelto per porgere un mazzo di fiori al duce - ai retroscena inediti dei tempi del primo governo Berlusconi. Novelli è stato giornalista, sindaco di Torino negli anni di piombo, dirigente del Pci, deputato, editore. Ruoli che gli hanno permesso di trovarsi spesso dietro le quinte della storia d'Italia e di tracciarne un racconto in presa diretta. Una storia narrata attraverso persone a volte straordinarie, come Nicola Grosa, il partigiano che percorre "per 2800 giorni" le montagne del Piemonte per esumare i resti "di tutti i partigiani mal sepolti". Ne ricompone circa duemila, ma alla fine è lui a morirne, per un'infezione. Una metafora crudele della fatica della memoria e dell'importanza di recuperarne ogni frammento.
 

Biografia dell'autore

Diego Novelli

Diego Novelli
Diego Novelli, politico, giornalista e scrittore, è entrato giovanissimo all'Unitàed è stato responsabile della redazione piemontese dal 1961 al 1975. Ha fondato e diretto la rivista Nuova Società ed è stato tra i promotori del settimanale Avvenimenti.
Sindaco di Torino dal 1975 al 1985; presidente della Federazione mondiale delle città unite dal 1979 al 1983; eletto nel 1984 al Parlamento europeo e dal 1987 al 2001 alla Camera dei deputati, fa ora parte del comitato scientifico della rivista Narcomafie, edita dal Gruppo Abele.
Ha collaborato con Ettore Scola alla sceneggiatura del film Trevico-Torino e del documentario Vorrei che volo. Autore di numerosi libri, con Melampo editore ha già pubblicato Com'era bello il mio Pci (2006).

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