Italia e politica
Casa per casa Strada per strada
la politica delle idee
di Enrico Berlinguer, Pierpaolo Farina editore: Zolfo Editore
pagine: 480
“Qualcuno era comunista perché Berlinguer era una brava persona. Qualcuno era comunista perché credeva di poter essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri”.I versi di Giorgio Gaber dicono da soli molto del perché l’esempio, la tensione morale e lo slancio ideale di Enrico Berlinguer siano stati un modello per più di una generazione.A decenni di distanza da quel tragico 7 giugno 1984, quando il segretario del Pci venne colpito da un ictus durante un comizio a Padova, e in un mondo così diverso da quello in cui lui ha vissuto, le sue idee risultano ancora straordinariamente attuali.Come è possibile che il segretario del partito contro cui è stata scritta la storia della Prima Repubblica conservi intatto il fascino che sprigionava da vivo?In questo libro sono raccolte e riorganizzate le idee del leader comunista attraverso interviste, discorsi e scritti. Dalla questione morale all’austerità, dal compromesso storico allo strappo con Mosca, dai giovani alle donne, i “pensieri lunghi” di Berlinguer riescono a incanalare la forza del sogno in un programma politico e sociale concreto e per nulla utopistico.In un tempo che ha progressivamente perso punti di riferimento ideali e la politica si è spesso ridotta a slogan, il pensiero di Enrico Berlinguer mostra ancora l’anima e il valore di un progetto di società diversa.
editore: Zolfo Editore
pagine: 480
“Qualcuno era comunista perché Berlinguer era una brava persona. Qualcuno era comunista perché credeva di poter essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri”.I versi di Giorgio Gaber dicono da soli molto del perché l’esempio, la tensione morale e lo slancio ideale di Enrico Berlinguer siano stati un modello per più di una generazione.A decenni di distanza da quel tragico 7 giugno 1984, quando il segretario del Pci venne colpito da un ictus durante un comizio a Padova, e in un mondo così diverso da quello in cui lui ha vissuto, le sue idee risultano ancora straordinariamente attuali.Come è possibile che il segretario del partito contro cui è stata scritta la storia della Prima Repubblica conservi intatto il fascino che sprigionava da vivo?In questo libro sono raccolte e riorganizzate le idee del leader comunista attraverso interviste, discorsi e scritti. Dalla questione morale all’austerità, dal compromesso storico allo strappo con Mosca, dai giovani alle donne, i “pensieri lunghi” di Berlinguer riescono a incanalare la forza del sogno in un programma politico e sociale concreto e per nulla utopistico.In un tempo che ha progressivamente perso punti di riferimento ideali e la politica si è spesso ridotta a slogan, il pensiero di Enrico Berlinguer mostra ancora l’anima e il valore di un progetto di società diversa.
Salvate Aldo Moro
La trattativa e la pista internazionale
di Francesco Grignetti editore: Melampo Editore
pagine: 176
Furono giorni convulsi, quei 55 giorni tra via Fani e via Caetani. Ma tra l'aprile e il maggio 1978, quando tutto sembrava precipitare, con l'aiuto di Arafat e del Maresciallo Tito, i servizi segreti italiani cercarono una trattativa con le Brigate rosse per salvare la vita di Aldo Moro, passando per i palestinesi di George Habbash, la banda Carlos, i tedeschi della Baader-Meinhof. I rapporti tra gruppi terroristici e la galassia internazionale dei movimenti "rivoluzionari" esistevano da lungo tempo, si trattava di riattivare certi contatti. Le mediazioni andarono molto avanti, al punto che il 9 maggio era in programma uno scambio che avrebbe avuto dell'incredibile: alcuni terroristi tedeschi, catturati in Jugoslavia, sarebbero stati liberati e portati in Medio Oriente in cambio della vita dello statista italiano e per le Br l'agognato "riconoscimento politico" sarebbe giunto dai Paesi non allineati. All'ultimo tutto saltò. Nel libro vengono finalmente ricostruite le tappe di questa pista internazionale. Una ricostruzione asciutta, scevra di fantasie e connessioni ardite, esclusivamente composta di fatti e documenti. Che ci aiuta a capire alcuni contorni e passaggi essenziali di quelle drammatiche giornate. Ne emerge - nitido e inquietante - il racconto di una trattativa sommersa e parallela che avrebbe potuto cambiare il corso della storia e della politica in Italia.
editore: Melampo Editore
pagine: 176
Furono giorni convulsi, quei 55 giorni tra via Fani e via Caetani. Ma tra l'aprile e il maggio 1978, quando tutto sembrava precipitare, con l'aiuto di Arafat e del Maresciallo Tito, i servizi segreti italiani cercarono una trattativa con le Brigate rosse per salvare la vita di Aldo Moro, passando per i palestinesi di George Habbash, la banda Carlos, i tedeschi della Baader-Meinhof. I rapporti tra gruppi terroristici e la galassia internazionale dei movimenti "rivoluzionari" esistevano da lungo tempo, si trattava di riattivare certi contatti. Le mediazioni andarono molto avanti, al punto che il 9 maggio era in programma uno scambio che avrebbe avuto dell'incredibile: alcuni terroristi tedeschi, catturati in Jugoslavia, sarebbero stati liberati e portati in Medio Oriente in cambio della vita dello statista italiano e per le Br l'agognato "riconoscimento politico" sarebbe giunto dai Paesi non allineati. All'ultimo tutto saltò. Nel libro vengono finalmente ricostruite le tappe di questa pista internazionale. Una ricostruzione asciutta, scevra di fantasie e connessioni ardite, esclusivamente composta di fatti e documenti. Che ci aiuta a capire alcuni contorni e passaggi essenziali di quelle drammatiche giornate. Ne emerge - nitido e inquietante - il racconto di una trattativa sommersa e parallela che avrebbe potuto cambiare il corso della storia e della politica in Italia.
Polvere di 5 Stelle
Un viaggio nella grande illusione
di Marika Cassimatis editore: Melampo Editore
pagine: 200
"Fidatevi di me". Finisce così, con questa frase di Beppe Grillo, l'avventura di Marika Cassimatis nel Movimento 5 Stelle. Dopo avere vinto le primarie per la candidatura a sindaco di Genova, Cassimatis viene sconfessata dal leader maximo del M5S, che con un tratto di penna annulla il voto degli elettori grillini. È l'ultimo di una serie di episodi che in tutta Italia hanno fatto gridare al tradimento del sogno iniziale di democrazia diretta dal basso. Un sogno polverizzato con le espulsioni degli attivisti a colpi di post scritti sul Blog o di decisioni prese senza rispettare le stesse regole interne del Movimento. Cassimatis, con l'aiuto di varie testimonianze, racconta i progetti e le battaglie dei MeetUp, base fondativa del M5S, poi abbandonati a favore della creazione di un partito con caratteristiche "originali" ma con una regia iper-centralizzata. Dove non c'è più "l'uno vale uno" e manca quella trasparenza tanto pretesa dalla "vecchia politica" nella gestione dei finanziamenti o nel processo decisionale. Su tutto aleggia la Casaleggio Associati, con i suoi uffici milanesi accessibili a pochi, ma con un potere illimitato sui militanti e sul partito.Questo libro è un diario, è la storia di un viaggio, di una speranza, di una passione e di una cocente disillusione.
editore: Melampo Editore
pagine: 200
"Fidatevi di me". Finisce così, con questa frase di Beppe Grillo, l'avventura di Marika Cassimatis nel Movimento 5 Stelle. Dopo avere vinto le primarie per la candidatura a sindaco di Genova, Cassimatis viene sconfessata dal leader maximo del M5S, che con un tratto di penna annulla il voto degli elettori grillini. È l'ultimo di una serie di episodi che in tutta Italia hanno fatto gridare al tradimento del sogno iniziale di democrazia diretta dal basso. Un sogno polverizzato con le espulsioni degli attivisti a colpi di post scritti sul Blog o di decisioni prese senza rispettare le stesse regole interne del Movimento. Cassimatis, con l'aiuto di varie testimonianze, racconta i progetti e le battaglie dei MeetUp, base fondativa del M5S, poi abbandonati a favore della creazione di un partito con caratteristiche "originali" ma con una regia iper-centralizzata. Dove non c'è più "l'uno vale uno" e manca quella trasparenza tanto pretesa dalla "vecchia politica" nella gestione dei finanziamenti o nel processo decisionale. Su tutto aleggia la Casaleggio Associati, con i suoi uffici milanesi accessibili a pochi, ma con un potere illimitato sui militanti e sul partito.Questo libro è un diario, è la storia di un viaggio, di una speranza, di una passione e di una cocente disillusione.
Una strage semplice
di Nando dalla Chiesa editore: Melampo Editore
pagine: 248
Capaci. E la sua continuazione, via D'Amelio. Una strage in due tempi. Quando il Paese sembrò impazzire. Mentre Milano osannava i giudici e a Palermo terribili immagini di guerra ne raccontavano la carneficina. Due Italie all'apparenza lontane e invece, come spiega il libro, segretamente vicine. Quella che portò a morte prima Giovanni Falcone e poi Paolo Borsellino fu una strage semplice, frutto di una logica lineare. Che vide convergere Sud e Nord, economia e politica. Che prese la rincorsa all'inizio degli anni Ottanta per conto della mafia palermitana e giunse all'appuntamento di dieci anni dopo in rappresentanza delle paure e ostilità di un intero sistema illegale. Su tutto, l'incubo che il giudice più odiato da Cosa Nostra potesse guidare una struttura nazionale di indagini, da lui ideata, e colpire i crescenti rapporti tra gruppi imprenditoriali d'avventura e capitalismo mafioso; tra mafia e appalti, tra criminalità finanziaria e complicità politiche. Questo libro vuole ricostruire il contesto evidente in cui tutto accadde. Per andare oltre la retorica, e oltre il mistero.
editore: Melampo Editore
pagine: 248
Capaci. E la sua continuazione, via D'Amelio. Una strage in due tempi. Quando il Paese sembrò impazzire. Mentre Milano osannava i giudici e a Palermo terribili immagini di guerra ne raccontavano la carneficina. Due Italie all'apparenza lontane e invece, come spiega il libro, segretamente vicine. Quella che portò a morte prima Giovanni Falcone e poi Paolo Borsellino fu una strage semplice, frutto di una logica lineare. Che vide convergere Sud e Nord, economia e politica. Che prese la rincorsa all'inizio degli anni Ottanta per conto della mafia palermitana e giunse all'appuntamento di dieci anni dopo in rappresentanza delle paure e ostilità di un intero sistema illegale. Su tutto, l'incubo che il giudice più odiato da Cosa Nostra potesse guidare una struttura nazionale di indagini, da lui ideata, e colpire i crescenti rapporti tra gruppi imprenditoriali d'avventura e capitalismo mafioso; tra mafia e appalti, tra criminalità finanziaria e complicità politiche. Questo libro vuole ricostruire il contesto evidente in cui tutto accadde. Per andare oltre la retorica, e oltre il mistero.
1992 sulle strade di Falcone e Borsellino
di Alex Corlazzoli editore: Melampo Editore
pagine: 176
Questo non è solo un libro, è una carta geografica che dà voce a tanti luoghi simbolo dell'egemonia mafiosa e, soprattutto, della resistenza antimafiosa. È anche una mappa letteraria e della memoria degli ultimi decenni di cronaca italiana, che ci avvicina alle vite di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino. Un percorso appassionato e attento lungo strade, piazze e angoli di una città, Palermo, tracciato pensando anche ai "post-Millennials", ai ragazzi che oggi hanno meno di vent'anni. Se le generazioni nate prima del 1992 sono cresciute con la certezza che più nessuno avrebbe dimenticato dove fosse e con chi quel 23 maggio e quel 19 luglio, per i "Duemila" è tutto diverso. È per loro che questa sorta di guida trova il suo massimo significato: un passaggio di testimone perché il ricordo di Giovanni e Paolo e l'esempio di altre persone straordinarie non rischino di andare persi. È un testo da sottolineare e da evidenziare, pensato con un desiderio: vedere, accanto alle parole dell'autore, quelle dei lettori, scritte a mano ai margini delle pagine. Perché questa storia non finisca qui.
editore: Melampo Editore
pagine: 176
Questo non è solo un libro, è una carta geografica che dà voce a tanti luoghi simbolo dell'egemonia mafiosa e, soprattutto, della resistenza antimafiosa. È anche una mappa letteraria e della memoria degli ultimi decenni di cronaca italiana, che ci avvicina alle vite di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino. Un percorso appassionato e attento lungo strade, piazze e angoli di una città, Palermo, tracciato pensando anche ai "post-Millennials", ai ragazzi che oggi hanno meno di vent'anni. Se le generazioni nate prima del 1992 sono cresciute con la certezza che più nessuno avrebbe dimenticato dove fosse e con chi quel 23 maggio e quel 19 luglio, per i "Duemila" è tutto diverso. È per loro che questa sorta di guida trova il suo massimo significato: un passaggio di testimone perché il ricordo di Giovanni e Paolo e l'esempio di altre persone straordinarie non rischino di andare persi. È un testo da sottolineare e da evidenziare, pensato con un desiderio: vedere, accanto alle parole dell'autore, quelle dei lettori, scritte a mano ai margini delle pagine. Perché questa storia non finisca qui.
La mafia dimenticata
La criminalità organizzata in Sicilia dall'Unità d'Italia ai primi del Novecento. Le inchieste, i processi. Un documento storico
di Umberto Santino editore: Melampo Editore
pagine: 648
In queste pagine si incontrano boss che raccontano guerre di mafia, donne e familiari di vittime che chiedono giustizia, politici e aristocratici che testimoniano a difesa dei mafiosi, dando un'immagine della genesi della mafia finora in larga parte inedita o non adeguatamente rappresentata. Qui si pubblicano per la prima volta integralmente i rapporti redatti tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento dal questore di Palermo Ermanno Sangiorgi, che tracciò un profilo della mafia che somiglia molto a quello che sarebbe emerso novant'anni dopo con le rivelazioni dei collaboratori di giustizia: un'associazione strutturata, con capi, gregari e un vasto sistema di relazioni. Ne emerge un quadro completo della criminalità organizzata dall'Unità d'Italia ai primi del Novecento, del contesto in cui si svolgevano il lavoro investigativo e i processi e in cui maturavano le prime lotte sociali, tra l'accavallarsi dei delitti e l'intrecciarsi delle complicità, anche all'interno delle istituzioni. Eppure per decenni l'esistenza stessa della mafia in Sicilia venne negata e quei preziosi documenti furono dimenticati a lungo negli archivi di Stato. Nel libro, oltre alle relazioni del questore Sangiorgi, con gli allegati, viene pubblicato un documento che si riteneva introvabile: la "bolla di componenda" con cui la Chiesa cattolica condonava i reati dietro versamento di una somma di denaro.
editore: Melampo Editore
pagine: 648
In queste pagine si incontrano boss che raccontano guerre di mafia, donne e familiari di vittime che chiedono giustizia, politici e aristocratici che testimoniano a difesa dei mafiosi, dando un'immagine della genesi della mafia finora in larga parte inedita o non adeguatamente rappresentata. Qui si pubblicano per la prima volta integralmente i rapporti redatti tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento dal questore di Palermo Ermanno Sangiorgi, che tracciò un profilo della mafia che somiglia molto a quello che sarebbe emerso novant'anni dopo con le rivelazioni dei collaboratori di giustizia: un'associazione strutturata, con capi, gregari e un vasto sistema di relazioni. Ne emerge un quadro completo della criminalità organizzata dall'Unità d'Italia ai primi del Novecento, del contesto in cui si svolgevano il lavoro investigativo e i processi e in cui maturavano le prime lotte sociali, tra l'accavallarsi dei delitti e l'intrecciarsi delle complicità, anche all'interno delle istituzioni. Eppure per decenni l'esistenza stessa della mafia in Sicilia venne negata e quei preziosi documenti furono dimenticati a lungo negli archivi di Stato. Nel libro, oltre alle relazioni del questore Sangiorgi, con gli allegati, viene pubblicato un documento che si riteneva introvabile: la "bolla di componenda" con cui la Chiesa cattolica condonava i reati dietro versamento di una somma di denaro.
Il patto infame
La Camorra, le Brigate Rosse, l'assassinio di un giovane politico. Una verità insabbiata
di Luigi Grimaldi editore: Melampo Editore
pagine: 200
Napoli, la mattina del 27 aprile 1982 un commando delle Brigate Rosse uccise Raffaele Delcogliano, avvocato beneventano di trentotto anni, assessore al Lavoro della Regione Campania, e il suo autista e amico Aldo Iermano. Un duplice delitto inscritto nello scenario tormentato degli anni di piombo, eppure, a distanza di quasi quarant'anni, emergono tracce finora ignorate che conducono a un patto scellerato che all'epoca legò terroristi, criminalità organizzata e politica locale. Raffaele Delcogliano, del resto, lavorava per dare speranza a un Meridione in perenne ricerca di riscatto civile e sociale, denunciava la piaga della disoccupazione e parlava apertamente di responsabilità penali per le centinaia di corsi professionali che, istituiti solo sulla carta, costavano cifre da capogiro allo Stato: dietro l'apparenza di un'attività di formazione partiva un fiume di denaro destinato ad alimentare incrostazioni clientelari, sulle quali allungava le mani la Camorra. Pagina dopo pagina l'autore ricostruisce il contesto in cui maturò l'omicidio e il progressivo isolamento del giovane politico, che un giorno, al termine di un faticoso giro per la Campania, pronunciò una frase che oggi resta agli atti come un oscuro presagio: «Sono seduto su una polveriera».
editore: Melampo Editore
pagine: 200
Napoli, la mattina del 27 aprile 1982 un commando delle Brigate Rosse uccise Raffaele Delcogliano, avvocato beneventano di trentotto anni, assessore al Lavoro della Regione Campania, e il suo autista e amico Aldo Iermano. Un duplice delitto inscritto nello scenario tormentato degli anni di piombo, eppure, a distanza di quasi quarant'anni, emergono tracce finora ignorate che conducono a un patto scellerato che all'epoca legò terroristi, criminalità organizzata e politica locale. Raffaele Delcogliano, del resto, lavorava per dare speranza a un Meridione in perenne ricerca di riscatto civile e sociale, denunciava la piaga della disoccupazione e parlava apertamente di responsabilità penali per le centinaia di corsi professionali che, istituiti solo sulla carta, costavano cifre da capogiro allo Stato: dietro l'apparenza di un'attività di formazione partiva un fiume di denaro destinato ad alimentare incrostazioni clientelari, sulle quali allungava le mani la Camorra. Pagina dopo pagina l'autore ricostruisce il contesto in cui maturò l'omicidio e il progressivo isolamento del giovane politico, che un giorno, al termine di un faticoso giro per la Campania, pronunciò una frase che oggi resta agli atti come un oscuro presagio: «Sono seduto su una polveriera».
Quando l'Unità era un grande giornale
di Ibio Paolucci editore: Melampo Editore
pagine: 216
C'è stato un lungo periodo, più di mezzo secolo, in cui l'Unità era un grande giornale. Prima come organo del maggiore partito comunista dell'Occidente. Poi, più recentemente e per pochi anni, come quotidiano di opinione coraggioso, sostenuto con qualche imbarazzo dagli eredi politici di quello stesso partito. Ibio Paolucci ne racconta la storia dagli anni Cinquanta, quelli della guerra fredda, fino alla fine del Novecento. Lo fa attraverso le sue testimonianze, i suoi racconti, i grandi protagonisti del passato, gli articoli scritti su questioni cruciali nei momenti cruciali. Ne esce l'eco ancora viva di un'epopea fatta di asprezze e di speranze, di una lotta politica nutrita di ideologie, interessi di classe e grandi orizzonti culturali. E anche l'eco di una drammatica difesa delle istituzioni, nella quale l'autore svolse, facendo il suo mestiere di giornalista, un ruolo di rilievo, senza alcuna ambiguità di fronte all'offensiva del terrorismo. È un libro importante per ricordare, per sapere. E per capire una storia che appare lontana ma che è profondamente radicata nella vicenda repubblicana.
editore: Melampo Editore
pagine: 216
C'è stato un lungo periodo, più di mezzo secolo, in cui l'Unità era un grande giornale. Prima come organo del maggiore partito comunista dell'Occidente. Poi, più recentemente e per pochi anni, come quotidiano di opinione coraggioso, sostenuto con qualche imbarazzo dagli eredi politici di quello stesso partito. Ibio Paolucci ne racconta la storia dagli anni Cinquanta, quelli della guerra fredda, fino alla fine del Novecento. Lo fa attraverso le sue testimonianze, i suoi racconti, i grandi protagonisti del passato, gli articoli scritti su questioni cruciali nei momenti cruciali. Ne esce l'eco ancora viva di un'epopea fatta di asprezze e di speranze, di una lotta politica nutrita di ideologie, interessi di classe e grandi orizzonti culturali. E anche l'eco di una drammatica difesa delle istituzioni, nella quale l'autore svolse, facendo il suo mestiere di giornalista, un ruolo di rilievo, senza alcuna ambiguità di fronte all'offensiva del terrorismo. È un libro importante per ricordare, per sapere. E per capire una storia che appare lontana ma che è profondamente radicata nella vicenda repubblicana.
Sulle ginocchia
Pio La Torre, una storia
di Franco La Torre editore: Melampo Editore
pagine: 208
Nella lunga storia della lotta alla mafia e dei rapporti tra mafia e Stato c'è uno spartiacque. È la legge Rognoni-La Torre, che ha istituito il reato di associazione mafiosa e introdotto il sequestro e la confisca dei beni mafiosi. Una rivoluzione pagata con la vita dal suo ispiratore, Pio La Torre, coraggioso e carismatico deputato comunista, una vita dedicata alla giustizia sociale e alla lotta alla mafia, fin dalla prima battaglia: quella vinta da bambino per il diritto di andare a scuola. Di questo dirigente politico sempre in prima fila, dal movimento contadino che gli costò il carcere fino all'impegno nella commissione parlamentare antimafia, e poi alla grande battaglia per la pace contro i missili a Comiso, si è però scritto poco. Il suo nome viene poco ricordato perfino durante i "campi" sui beni confiscati, oggi luoghi simbolici di una volontà di riscatto civile. Questo libro vuole contribuire a ridare di lui la giusta memoria. E lo fa attraverso un testimone d'eccezione, il figlio Franco. Una memoria insieme commovente e asciutta, che racconta un leader politico con gli occhi del bambino e dell'adolescente ma anche con la consapevolezza di chi oggi è dirigente dell'associazione Libera. La completa una preziosa selezione degli scritti del dirigente comunista. Alcuni rari, ma tutti riferimento importante per chi voglia conoscere un pezzo fondamentale della storia della lotta alla mafia.
editore: Melampo Editore
pagine: 208
Nella lunga storia della lotta alla mafia e dei rapporti tra mafia e Stato c'è uno spartiacque. È la legge Rognoni-La Torre, che ha istituito il reato di associazione mafiosa e introdotto il sequestro e la confisca dei beni mafiosi. Una rivoluzione pagata con la vita dal suo ispiratore, Pio La Torre, coraggioso e carismatico deputato comunista, una vita dedicata alla giustizia sociale e alla lotta alla mafia, fin dalla prima battaglia: quella vinta da bambino per il diritto di andare a scuola. Di questo dirigente politico sempre in prima fila, dal movimento contadino che gli costò il carcere fino all'impegno nella commissione parlamentare antimafia, e poi alla grande battaglia per la pace contro i missili a Comiso, si è però scritto poco. Il suo nome viene poco ricordato perfino durante i "campi" sui beni confiscati, oggi luoghi simbolici di una volontà di riscatto civile. Questo libro vuole contribuire a ridare di lui la giusta memoria. E lo fa attraverso un testimone d'eccezione, il figlio Franco. Una memoria insieme commovente e asciutta, che racconta un leader politico con gli occhi del bambino e dell'adolescente ma anche con la consapevolezza di chi oggi è dirigente dell'associazione Libera. La completa una preziosa selezione degli scritti del dirigente comunista. Alcuni rari, ma tutti riferimento importante per chi voglia conoscere un pezzo fondamentale della storia della lotta alla mafia.
Il parlamento
Biografia non autorizzata. Misteri, segreti, bugie, trucchi e tradimenti
di Giovanni Innamorati editore: Melampo Editore
pagine: 416
Che cosa c’entra la partita Inter-Sassuolo con la caduta del governo di Enrico Letta? L’incontro tra Matteo Renzi e l’ex Cavaliere nel gennaio 2014 segna davvero il tramonto della Seconda Repubblica? Chi sono i 101 “franchi tiratori” che nel 2013 tradiscono Romano Prodi nel voto per il Quirinale? E Silvio Berlusconi nel 2011 è davvero estromesso da un complotto di Angela Merkel? Gli accadimenti dei palazzi del potere paiono insondabili, se non li si vive dall’interno e in diretta, come fa da vent’anni l’autore di questa biografia non autorizzata del Parlamento italiano. Testimone dei retroscena, Giovanni Innamorati ci guida lungo i corridoi di Camera e Senato, ci spiega il perché delle mancate o cattive riforme degli ultimi vent’anni, ci racconta le reali dinamiche delle segrete stanze romane, le alleanze e i tradimenti, le manovre e i ribaltoni che hanno determinato i momenti più caldi della Seconda Repubblica. E raccoglie così un repertorio irripetibile, tra mille curiosità, della grandezza e della miseria del potere. Dove personaggi noti e meno noti, talvolta nobili, spesso indegni delle Istituzioni, si muovono con esiti e obiettivi inaspettati.
editore: Melampo Editore
pagine: 416
Che cosa c’entra la partita Inter-Sassuolo con la caduta del governo di Enrico Letta? L’incontro tra Matteo Renzi e l’ex Cavaliere nel gennaio 2014 segna davvero il tramonto della Seconda Repubblica? Chi sono i 101 “franchi tiratori” che nel 2013 tradiscono Romano Prodi nel voto per il Quirinale? E Silvio Berlusconi nel 2011 è davvero estromesso da un complotto di Angela Merkel? Gli accadimenti dei palazzi del potere paiono insondabili, se non li si vive dall’interno e in diretta, come fa da vent’anni l’autore di questa biografia non autorizzata del Parlamento italiano. Testimone dei retroscena, Giovanni Innamorati ci guida lungo i corridoi di Camera e Senato, ci spiega il perché delle mancate o cattive riforme degli ultimi vent’anni, ci racconta le reali dinamiche delle segrete stanze romane, le alleanze e i tradimenti, le manovre e i ribaltoni che hanno determinato i momenti più caldi della Seconda Repubblica. E raccoglie così un repertorio irripetibile, tra mille curiosità, della grandezza e della miseria del potere. Dove personaggi noti e meno noti, talvolta nobili, spesso indegni delle Istituzioni, si muovono con esiti e obiettivi inaspettati.
Appartiene al popolo
Come restituire la sovranità ai cittadini
di Giuseppe Civati, Andrea Pertici editore: Melampo Editore
pagine: 168
Oggi, al crescere della disuguaglianza, cresce l'astensione dal voto. Sono sempre più numerosi gli elettori che non partecipano, non decidono, sono lasciati ai margini. E di questo si parla pochissimo. La politica deve rompere uno schema pericoloso per se stessa, per le istituzioni democratiche e per la stessa rappresentanza (sempre meno rappresentativa). Gli esclusi vanno recuperati nel dibattito pubblico e nella relazione politica ed elettorale. È necessario intervenire su tutte le forme di partecipazione, a cominciare dai partiti, che devono tornare a essere il mezzo per concorrere alla determinazione della politica nazionale, per proseguire con le leggi elettorali, che devono consentire agli elettori di scegliere i propri rappresentanti, fino a coinvolgere gli istituti di partecipazione diretta, da potenziare e rendere più effettivi. In questo modo i cittadini potranno tornare a esercitare davvero la sovranità, che, come afferma l'articolo 1 della Costituzione, appartiene al popolo.
editore: Melampo Editore
pagine: 168
Oggi, al crescere della disuguaglianza, cresce l'astensione dal voto. Sono sempre più numerosi gli elettori che non partecipano, non decidono, sono lasciati ai margini. E di questo si parla pochissimo. La politica deve rompere uno schema pericoloso per se stessa, per le istituzioni democratiche e per la stessa rappresentanza (sempre meno rappresentativa). Gli esclusi vanno recuperati nel dibattito pubblico e nella relazione politica ed elettorale. È necessario intervenire su tutte le forme di partecipazione, a cominciare dai partiti, che devono tornare a essere il mezzo per concorrere alla determinazione della politica nazionale, per proseguire con le leggi elettorali, che devono consentire agli elettori di scegliere i propri rappresentanti, fino a coinvolgere gli istituti di partecipazione diretta, da potenziare e rendere più effettivi. In questo modo i cittadini potranno tornare a esercitare davvero la sovranità, che, come afferma l'articolo 1 della Costituzione, appartiene al popolo.
A sinistra!
Un futuro possibile
editore: Melampo Editore
pagine: 168
"Abbiamo voluto creare un doppio ponte", spiegano gli autori, i giornalisti Stefano Corradino e Giorgio Santelli: "far dialogare personalità politiche di schieramenti differenti e trovare possibili minimi comuni denominatori di sinistra fra la politica e la società civile, le organizzazioni sindacali, il mondo giuridico e quello della cultura… Il libro non è il manifesto di una nuova possibile coalizione ma si propone di essere uno strumento per una riflessione a più voci fra donne e uomini che non si sentono depositari di un pensiero unico ma sono (pre)disposti a mettersi in gioco, in un confronto aperto e plurale sull’identità della sinistra"
editore: Melampo Editore
pagine: 168
"Abbiamo voluto creare un doppio ponte", spiegano gli autori, i giornalisti Stefano Corradino e Giorgio Santelli: "far dialogare personalità politiche di schieramenti differenti e trovare possibili minimi comuni denominatori di sinistra fra la politica e la società civile, le organizzazioni sindacali, il mondo giuridico e quello della cultura… Il libro non è il manifesto di una nuova possibile coalizione ma si propone di essere uno strumento per una riflessione a più voci fra donne e uomini che non si sentono depositari di un pensiero unico ma sono (pre)disposti a mettersi in gioco, in un confronto aperto e plurale sull’identità della sinistra"