In pillole
«E poi la mamma torna a prenderti e raggiungiamo i tuoi fratelli a scuola, e andiamo di corsa a casa, aspettiamo che arrivi papà, intanto infilo la biancheria in lavatrice, correggo i compiti dei miei studenti mentre metto su il sugo, diamo da mangiare al gatto che anche lui ha fame, prenoto la torta per il tuo compleanno, come è passato in fretta il tempo, mercoledì poi c’è il saggio. Poi arriva papà e tu gli corri incontro, lui ti fa volare in alto verso il soffitto, e via tutti in cameretta a giocare mentre la mamma finisce di preparare la cena. Doveva andare così. Invece»
«Le dico che non è mia figlia, conosco mia figlia, l’ho partorita, lavata, cambiata, conosco a memoria le sue mani, i suoi piedi, la mappa del suo corpo, la cicatrice sul sopracciglio che si è fatta da piccola, dico che vi sbagliate. Una madre sa riconoscere i propri figli»