Legge e giustizia
Berlusconario
Tutte le gaffe del presidente
di Giovanni Belfiori, Giorgio Santelli editore: Melampo Editore
pagine: 232
Alcune barzellette storiche cominciavano: "C'è un italiano, un francese e un tedesco..."? C'è una data, però, in cui cambia tutto. È il 26 gennaio del 1994 quando "scende in campo" Silvio Berlusconi. È nata una stella, e in Europa, da quel momento in poi, le barzellette nei Paesi membri cominciano così: "C'è Berlusconi, un francese e un tedesco...". Il più delle volte, però, non si tratta di battute ma di storie realmente accadute: gaffe che nemmeno il migliore dei reality show sarebbe riuscito a creare in studio. Dal kapò affibbiato a Martin Schulz a Strasburgo prima di definire tutti i parlamentari europei "turisti della democrazia", ai più recenti apprezzamenti sull'abbronzatura del presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Una tragicomica antologia di tutte le gaffe di Silvio Berlusconi, in un esilarante quanto sconsolante viaggio nella politica degradata a reality, in cui a contare non sono più le idee, i concetti, le parole e i fatti, soprattutto, ma gli attacchi personali, i duelli all'ultimo sangue, in una gara senza più regole in cui vince chi la dice più grossa.Prefazione di Marco Travaglio
editore: Melampo Editore
pagine: 232
Alcune barzellette storiche cominciavano: "C'è un italiano, un francese e un tedesco..."? C'è una data, però, in cui cambia tutto. È il 26 gennaio del 1994 quando "scende in campo" Silvio Berlusconi. È nata una stella, e in Europa, da quel momento in poi, le barzellette nei Paesi membri cominciano così: "C'è Berlusconi, un francese e un tedesco...". Il più delle volte, però, non si tratta di battute ma di storie realmente accadute: gaffe che nemmeno il migliore dei reality show sarebbe riuscito a creare in studio. Dal kapò affibbiato a Martin Schulz a Strasburgo prima di definire tutti i parlamentari europei "turisti della democrazia", ai più recenti apprezzamenti sull'abbronzatura del presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Una tragicomica antologia di tutte le gaffe di Silvio Berlusconi, in un esilarante quanto sconsolante viaggio nella politica degradata a reality, in cui a contare non sono più le idee, i concetti, le parole e i fatti, soprattutto, ma gli attacchi personali, i duelli all'ultimo sangue, in una gara senza più regole in cui vince chi la dice più grossa.Prefazione di Marco Travaglio
Le due guerre
Perché l'Italia ha sconfitto il terrorismo e non la mafia
di Gian Carlo Caselli editore: Melampo Editore
pagine: 211
Due guerre e una sola trincea, la scrivania di un magistrato
editore: Melampo Editore
pagine: 211
Due guerre e una sola trincea, la scrivania di un magistrato
Magistrati dietro le sbarre
La farsa e la tragedia nell'ingiustizia penale italiana
di Alberto Marcheselli editore: Melampo Editore
pagine: 227
Un viaggio nella (in)giustizia penale in Italia, scritto da un testimone oculare, un magistrato di sorveglianza che ha finalmente deciso di rompere il muro del silenzio. La forma è quella, gradevole, spigliata e spesso venata di ironia, di una successione di sapidi aneddoti ricavati dal dietro le quinte, tanto veri e nitidi quanto stupefacenti e capaci di fissarsi nella memoria del lettore come parabole argute, alternate a brevi riflessioni. In un momento in cui la professione di magistrato viene "manipolata" da più parti, e in cui di giustizia e pena si tratta in termini scandalistici, ecco un racconto onesto e ficcante di un mondo di cui troppi disquisiscono, spesso senza conoscere nulla. Un mondo dove non sempre si possono distinguere i buoni dai cattivi, dove ci si imbatte tutti i giorni in crudeli infamie e commoventi eroismi. Dove può capitare di trovare, sul portone di un istituto penitenziario, un cartello con la scritta: Questa porta deve sempre rimanere chiusa.
editore: Melampo Editore
pagine: 227
Un viaggio nella (in)giustizia penale in Italia, scritto da un testimone oculare, un magistrato di sorveglianza che ha finalmente deciso di rompere il muro del silenzio. La forma è quella, gradevole, spigliata e spesso venata di ironia, di una successione di sapidi aneddoti ricavati dal dietro le quinte, tanto veri e nitidi quanto stupefacenti e capaci di fissarsi nella memoria del lettore come parabole argute, alternate a brevi riflessioni. In un momento in cui la professione di magistrato viene "manipolata" da più parti, e in cui di giustizia e pena si tratta in termini scandalistici, ecco un racconto onesto e ficcante di un mondo di cui troppi disquisiscono, spesso senza conoscere nulla. Un mondo dove non sempre si possono distinguere i buoni dai cattivi, dove ci si imbatte tutti i giorni in crudeli infamie e commoventi eroismi. Dove può capitare di trovare, sul portone di un istituto penitenziario, un cartello con la scritta: Questa porta deve sempre rimanere chiusa.
Poliziotta per amore
di Nando dalla Chiesa editore: Melampo Editore
pagine: 104
Una liceale di Sinistra sceglie di entrare in polizia. All'origine della decisione l'incontro-rivelazione con due figure femminili: Emanuela Loi, agente di scorta del giudice Borsellino, la prima donna in divisa uccisa dalla mafia, conosciuta attraverso le cronache del luglio del '92; e Saveria Antiochia, madre di un altro giovane agente di scorta ucciso dai clan, conosciuta a una assemblea nella sua scuola. Dai due incontri inizia la storia nuova e imprevedibile di una giovane donna che scopre la legge e lo Stato e decide di andare a combattere Cosa Nostra nella trincea più avanzata. A Palermo, a Trapani e poi ancora a Palermo, passando per la crisi di coscienza aperta dai fatti del G8 genovese. In un racconto che è invenzione ma anche, in parte, autobiografia del movimento antimafia, Nando dalla Chiesa racconta senza retorica la vicenda individuale e collettiva di tanti esponenti delle forze dell'ordine in Sicilia. Narrazione di una lotta per la legalità che appare spesso titanica e che continua invece grazie a uomini e donne che hanno fatto la scelta di indossare una divisa.
editore: Melampo Editore
pagine: 104
Una liceale di Sinistra sceglie di entrare in polizia. All'origine della decisione l'incontro-rivelazione con due figure femminili: Emanuela Loi, agente di scorta del giudice Borsellino, la prima donna in divisa uccisa dalla mafia, conosciuta attraverso le cronache del luglio del '92; e Saveria Antiochia, madre di un altro giovane agente di scorta ucciso dai clan, conosciuta a una assemblea nella sua scuola. Dai due incontri inizia la storia nuova e imprevedibile di una giovane donna che scopre la legge e lo Stato e decide di andare a combattere Cosa Nostra nella trincea più avanzata. A Palermo, a Trapani e poi ancora a Palermo, passando per la crisi di coscienza aperta dai fatti del G8 genovese. In un racconto che è invenzione ma anche, in parte, autobiografia del movimento antimafia, Nando dalla Chiesa racconta senza retorica la vicenda individuale e collettiva di tanti esponenti delle forze dell'ordine in Sicilia. Narrazione di una lotta per la legalità che appare spesso titanica e che continua invece grazie a uomini e donne che hanno fatto la scelta di indossare una divisa.
Allonsanfan
La mafia, la politica e altre storie
di Riccardo Orioles editore: Melampo Editore
pagine: 232
Un giornalista impegnato a indagare le vicende più incandescenti degli ultimi decenni, nella Sicilia che vive le tragedie della mafia e le farse del potere. E poi, l'Italia che passa da prima a seconda Repubblica e che si divide come in un derby impazzito sui giudici e sulla legalità. O che scopre il razzismo nella sua pancia ormai benestante. E chiedetegli di testimoniare il suo tempo, di dar conto delle rivolte di preti e di ragazzi e di operai o del fluire apparentemente quieto della vita quotidiana con i suoi paesaggi e i suoi piccoli e grandi protagonisti. Dello scorrere di un'altra idea di sinistra sotto la pelle della politica. Della grandezza degli eroi moderni. Delle culture e dei modi di essere e pensare. Ed ecco questo affresco che si srotola come una sorpresa continua, raccontando come raramente li avete sentiti raccontare gli ultimi trent'anni di storia italiana.
editore: Melampo Editore
pagine: 232
Un giornalista impegnato a indagare le vicende più incandescenti degli ultimi decenni, nella Sicilia che vive le tragedie della mafia e le farse del potere. E poi, l'Italia che passa da prima a seconda Repubblica e che si divide come in un derby impazzito sui giudici e sulla legalità. O che scopre il razzismo nella sua pancia ormai benestante. E chiedetegli di testimoniare il suo tempo, di dar conto delle rivolte di preti e di ragazzi e di operai o del fluire apparentemente quieto della vita quotidiana con i suoi paesaggi e i suoi piccoli e grandi protagonisti. Dello scorrere di un'altra idea di sinistra sotto la pelle della politica. Della grandezza degli eroi moderni. Delle culture e dei modi di essere e pensare. Ed ecco questo affresco che si srotola come una sorpresa continua, raccontando come raramente li avete sentiti raccontare gli ultimi trent'anni di storia italiana.
Governare con la paura
Il G8 del 2001, i giorni nostri
di Beppe Cremagnani, Enrico Deaglio, Mario Portanova editore: Melampo Editore
pagine: 173
La paura. È diventata lei il vero mezzo di governo, l'instrumentum regni per eccellenza del nuovo sovrano. Una dimensione permanente della psicologia di massa, un sentimento a due facce che ora aizza contro "i diversi", ora piega i cittadini alle pretese del potere. Si governa facendo paura. Si governa seminando paura. Gli abusi e le torture del G8, i divieti di manifestare, le minacce contro il movimento degli studenti. E insieme l'odio fomentato ogni giorno contro gli immigrati o i rom, colpevoli di attentare ai "nostri beni" o alle "nostre donne". È l'Italia raccontata da questa inchiesta. Governata, nelle sue viscere profonde, da una destra che ha fatto della paura (con sorriso televisivo) la propria bandiera. E che dalle trasmissioni Rai riabilita l'Italia del ventennio.
editore: Melampo Editore
pagine: 173
La paura. È diventata lei il vero mezzo di governo, l'instrumentum regni per eccellenza del nuovo sovrano. Una dimensione permanente della psicologia di massa, un sentimento a due facce che ora aizza contro "i diversi", ora piega i cittadini alle pretese del potere. Si governa facendo paura. Si governa seminando paura. Gli abusi e le torture del G8, i divieti di manifestare, le minacce contro il movimento degli studenti. E insieme l'odio fomentato ogni giorno contro gli immigrati o i rom, colpevoli di attentare ai "nostri beni" o alle "nostre donne". È l'Italia raccontata da questa inchiesta. Governata, nelle sue viscere profonde, da una destra che ha fatto della paura (con sorriso televisivo) la propria bandiera. E che dalle trasmissioni Rai riabilita l'Italia del ventennio.
Se telefonando
Le intercettazioni che non leggerete mai più
di Gianni Barbacetto editore: Melampo Editore
pagine: 130
Come sarebbe l'Italia se negli ultimi dieci anni non avessimo avuto le informazioni provenienti dalle intercettazioni telefoniche? E come sarà quando una legge farà tacere per sempre i microfoni che, soli, sono in grado di rivelare le trame distillate nei retrobottega del potere? Lo racconta questo libro, che allinea una scelta delle intercettazioni che presto non potremo più leggere, a causa di una legge che mette il bavaglio all'informazione. Così Antonio Fazio sarebbe probabilmente ancora governatore della Banca d'Italia, Luciano Moggi sarebbe ancora il centro del sistema "rubascudetti", Nicolò Pollari sarebbe direttore del Sismi e Pio Pompa il suo spacciatore di dossier, Stefano Ricucci un importante azionista del Corriere, Gianpiero Fiorani avrebbe espugnato a debito la Banca Antonveneta e Gianni Consorte la Bnl (e chissà che crac, in questi anni di crisi finanziaria internazionale). Wanna Marchi avrebbe continuato a lungo a vendere i suoi filtri miracolosi. E nessuno avrebbe saputo nulla neppure dell'incredibile storia della clinica Santa Rita di Milano, dove gli interventi chirurgici erano decisi in nome del guadagno. Prefazione di Roberto Scarpinato, procuratore aggiunto presso la Procura antimafia di Palermo.
editore: Melampo Editore
pagine: 130
Come sarebbe l'Italia se negli ultimi dieci anni non avessimo avuto le informazioni provenienti dalle intercettazioni telefoniche? E come sarà quando una legge farà tacere per sempre i microfoni che, soli, sono in grado di rivelare le trame distillate nei retrobottega del potere? Lo racconta questo libro, che allinea una scelta delle intercettazioni che presto non potremo più leggere, a causa di una legge che mette il bavaglio all'informazione. Così Antonio Fazio sarebbe probabilmente ancora governatore della Banca d'Italia, Luciano Moggi sarebbe ancora il centro del sistema "rubascudetti", Nicolò Pollari sarebbe direttore del Sismi e Pio Pompa il suo spacciatore di dossier, Stefano Ricucci un importante azionista del Corriere, Gianpiero Fiorani avrebbe espugnato a debito la Banca Antonveneta e Gianni Consorte la Bnl (e chissà che crac, in questi anni di crisi finanziaria internazionale). Wanna Marchi avrebbe continuato a lungo a vendere i suoi filtri miracolosi. E nessuno avrebbe saputo nulla neppure dell'incredibile storia della clinica Santa Rita di Milano, dove gli interventi chirurgici erano decisi in nome del guadagno. Prefazione di Roberto Scarpinato, procuratore aggiunto presso la Procura antimafia di Palermo.
La bestia
Camorra. Storie di delitti, vittime e complici
di Raffaele Sardo editore: Melampo Editore
pagine: 162
Macina profitti, devasta città e campagne, corrompe i poteri. Lasciando dietro di sé una striscia di sangue che non si asciuga mai. Il libro consegna un ritratto sconvolgente della violenza della camorra, delle impunità e anche delle complicità quotidiane. E offre al tempo stesso un affresco denso di pietas del mondo delle vittime, nomi e cognomi ingiustamente dimenticati. Uomini uccisi per punire, per intimidire o semplicemente per sbaglio. Don Peppe Diana, sacerdote. Salvatore Nuvoletta, carabiniere. Federico Del Prete, sindacalista. Franco Imposimato, impiegato. Attilio Romanò, informatico. Alberto Varone, commerciante. Domenico Noviello, imprenditore. Sono questi i nomi simbolici a partire dai quali l'autore racconta la camorra dell'ultimo quarto di secolo, la crescita del "Sistema" o più propriamente della "Bestia". Un ritratto sconvolgente ma non rassegnato. Perché anche nella Gomorra assatanata di soldi e di potere arriva una sentenza giusta emessa "in nome del popolo italiano"; c'è qualcuno, un insegnante, un giornalista, una studentessa, un prete, che difende a testa alta i valori dell'Italia civile. Con una Prefazione di Roberto Saviano.
editore: Melampo Editore
pagine: 162
Macina profitti, devasta città e campagne, corrompe i poteri. Lasciando dietro di sé una striscia di sangue che non si asciuga mai. Il libro consegna un ritratto sconvolgente della violenza della camorra, delle impunità e anche delle complicità quotidiane. E offre al tempo stesso un affresco denso di pietas del mondo delle vittime, nomi e cognomi ingiustamente dimenticati. Uomini uccisi per punire, per intimidire o semplicemente per sbaglio. Don Peppe Diana, sacerdote. Salvatore Nuvoletta, carabiniere. Federico Del Prete, sindacalista. Franco Imposimato, impiegato. Attilio Romanò, informatico. Alberto Varone, commerciante. Domenico Noviello, imprenditore. Sono questi i nomi simbolici a partire dai quali l'autore racconta la camorra dell'ultimo quarto di secolo, la crescita del "Sistema" o più propriamente della "Bestia". Un ritratto sconvolgente ma non rassegnato. Perché anche nella Gomorra assatanata di soldi e di potere arriva una sentenza giusta emessa "in nome del popolo italiano"; c'è qualcuno, un insegnante, un giornalista, una studentessa, un prete, che difende a testa alta i valori dell'Italia civile. Con una Prefazione di Roberto Saviano.
Inferno Bolzaneto
L'atto d'accusa dei magistrati di Genova
di Mario Portanova editore: Melampo Editore
pagine: 272
Tutti gli orrori di Bolzaneto raccontati attraverso la requisitoria dei pubblici ministeri Patrizia Petruzziello e Vittorio Ranieri Miniati al processo contro 45 uomini e donne delle forze dell'ordine. Tra il 20 e il 22 luglio 2001, nel "carcere provvisorio" del G8 di Genova oltre 200 manifestanti inermi subirono botte, manganellate, ustioni, insulti, umiliazioni, vessazioni, minacce, in un regime di terrore che avvolgeva ogni angolo della caserma, dal piazzale d'ingresso ai bagni, all'infermeria. Questo libro racconta i risultati dell'inchiesta giudiziaria e gli atti del processo. L'accusa dei magistrati genovesi è durissima: "A Bolzaneto sicuramente vi sono stati comportamenti deliberatamente inumani, crudeli e degradanti", scrivono. "Non c'è emergenza che possa giustificare quello che è accaduto. Non c'è giustificazione perché si era ormai lontani dagli scontri di piazza e quella caserma, dove lavoravano pubblici ufficiali, doveva rappresentare un luogo di sicurezza e di rispetto dei diritti per ogni detenuto".In Italia non esiste il reato di tortura. Ma se esistesse, a Bolzaneto sarebbe stato commesso.
editore: Melampo Editore
pagine: 272
Tutti gli orrori di Bolzaneto raccontati attraverso la requisitoria dei pubblici ministeri Patrizia Petruzziello e Vittorio Ranieri Miniati al processo contro 45 uomini e donne delle forze dell'ordine. Tra il 20 e il 22 luglio 2001, nel "carcere provvisorio" del G8 di Genova oltre 200 manifestanti inermi subirono botte, manganellate, ustioni, insulti, umiliazioni, vessazioni, minacce, in un regime di terrore che avvolgeva ogni angolo della caserma, dal piazzale d'ingresso ai bagni, all'infermeria. Questo libro racconta i risultati dell'inchiesta giudiziaria e gli atti del processo. L'accusa dei magistrati genovesi è durissima: "A Bolzaneto sicuramente vi sono stati comportamenti deliberatamente inumani, crudeli e degradanti", scrivono. "Non c'è emergenza che possa giustificare quello che è accaduto. Non c'è giustificazione perché si era ormai lontani dagli scontri di piazza e quella caserma, dove lavoravano pubblici ufficiali, doveva rappresentare un luogo di sicurezza e di rispetto dei diritti per ogni detenuto".In Italia non esiste il reato di tortura. Ma se esistesse, a Bolzaneto sarebbe stato commesso.
Delitto imperfetto
Il generale, la mafia, la società italiana
di Nando dalla Chiesa editore: Melampo Editore
pagine: 275
Il 3 settembre del 1982 la mafia andò all'assalto del cuore dello Stato. Alle nove di sera venne ucciso nel centro di Palermo il prefetto Carlo Alberto dalla Chiesa, già simbolo vincente della lotta al terrorismo, mandato in Sicilia da quattro mesi per dare la più alta risposta dello Stato all'offensiva sanguinaria di Cosa Nostra.Con il prefetto vennero uccisi la sua seconda moglie, Emanuela Setti Carraro, e l'agente di scorta Domenico Russo. La strage segnò un momento estremo nella storia della Repubblica.L'Italia scoprì forse per la prima volta il senso di onnipotenza e di impunità della mafia. Da lì partì un movimento di rivolta e di impegno civile che vide in prima fila generazioni di insegnanti e di studenti.Questo libro venne scritto nel 1984 dal figlio Nando per raccontare, prima dei grandi processi, quel che era accaduto. O almeno quel che era accaduto sotto gli occhi dell'opinione pubblica e che quasi tutti fingevano di non avere visto. Sottoposto a una ferrea censura televisiva, Delitto imperfetto ebbe uno straordinario successo di pubblico. Ancora oggi esso ha il valore del documento umano e civile capace di svelare, attraverso uno sconvolgente affresco d'epoca, i meccanismi della complicità morale e culturale. E di spiegare ai più giovani un pezzo cruciale della storia nazionale.
editore: Melampo Editore
pagine: 275
Il 3 settembre del 1982 la mafia andò all'assalto del cuore dello Stato. Alle nove di sera venne ucciso nel centro di Palermo il prefetto Carlo Alberto dalla Chiesa, già simbolo vincente della lotta al terrorismo, mandato in Sicilia da quattro mesi per dare la più alta risposta dello Stato all'offensiva sanguinaria di Cosa Nostra.Con il prefetto vennero uccisi la sua seconda moglie, Emanuela Setti Carraro, e l'agente di scorta Domenico Russo. La strage segnò un momento estremo nella storia della Repubblica.L'Italia scoprì forse per la prima volta il senso di onnipotenza e di impunità della mafia. Da lì partì un movimento di rivolta e di impegno civile che vide in prima fila generazioni di insegnanti e di studenti.Questo libro venne scritto nel 1984 dal figlio Nando per raccontare, prima dei grandi processi, quel che era accaduto. O almeno quel che era accaduto sotto gli occhi dell'opinione pubblica e che quasi tutti fingevano di non avere visto. Sottoposto a una ferrea censura televisiva, Delitto imperfetto ebbe uno straordinario successo di pubblico. Ancora oggi esso ha il valore del documento umano e civile capace di svelare, attraverso uno sconvolgente affresco d'epoca, i meccanismi della complicità morale e culturale. E di spiegare ai più giovani un pezzo cruciale della storia nazionale.
Dei diritti e delle pene
Carcere e società: due secoli di un dibattito che ha attraversato la storia delle democrazie
di Vito Bavaro editore: Melampo Editore
pagine: 507
L'autore di questo libro è stato una originale figura di intellettuale nell'Italia del Novecento. Laureato in diritto e filosofia, fu magistrato impegnato su più fronti, dalla Procura di Milano, dove ottenne incarichi di prestigio, alla direzione delle carceri di Lodi. Svolse una intensa attività di studi e di confronto scientifico e culturale, battendosi in particolare per l'abolizione della pena di morte e per l'umanizzazione del carcere. Questa sua opera, uscita nel 1956, è in assoluto uno dei contributi più ricchi dati alla conoscenza del grande dibattito giuridico sulla pena, sulla riabilitazione del reo e sul rapporto tra carcere e società. Spaziando da Beccarla alle principali scuole di pensiero del secondo dopoguerra fino al Congresso di Ginevra delle Nazioni Unite, essa offre un quadro ampio, approfondito e sistematico di un tema che, per la sua crucialità, ha accompagnato la crescita civile delle democrazie occidentali. Si tratta di un'opera che per molte ragioni (sintetizzate da Giorgio Galli nella sua Prefazione) mostra tuttora una vitalità e un'attualità singolari, in grado di farne, agli occhi del lettore di oggi, un classico della materia.
editore: Melampo Editore
pagine: 507
L'autore di questo libro è stato una originale figura di intellettuale nell'Italia del Novecento. Laureato in diritto e filosofia, fu magistrato impegnato su più fronti, dalla Procura di Milano, dove ottenne incarichi di prestigio, alla direzione delle carceri di Lodi. Svolse una intensa attività di studi e di confronto scientifico e culturale, battendosi in particolare per l'abolizione della pena di morte e per l'umanizzazione del carcere. Questa sua opera, uscita nel 1956, è in assoluto uno dei contributi più ricchi dati alla conoscenza del grande dibattito giuridico sulla pena, sulla riabilitazione del reo e sul rapporto tra carcere e società. Spaziando da Beccarla alle principali scuole di pensiero del secondo dopoguerra fino al Congresso di Ginevra delle Nazioni Unite, essa offre un quadro ampio, approfondito e sistematico di un tema che, per la sua crucialità, ha accompagnato la crescita civile delle democrazie occidentali. Si tratta di un'opera che per molte ragioni (sintetizzate da Giorgio Galli nella sua Prefazione) mostra tuttora una vitalità e un'attualità singolari, in grado di farne, agli occhi del lettore di oggi, un classico della materia.
Sistema Juventus
Chi ha ucciso il gioco più bello del mondo
di Pier Michele Girola, Gian Luca Mazzini, Alberto Picci editore: Melampo Editore
pagine: 171
Nel 1994 la famiglia Agnelli scelse Antonio Giraudo e Luciano Moggi per guidare la Juventus. Il risultato sono stati sette scudetti e una Coppa dei Campioni. Poi, nella primavera del 2006, lo scandalo delle intercettazioni telefoniche ha aperto uno squarcio sui metodi usati per ottenere tutte queste vittorie. Tifosi, giornalisti, uomini politici si sono divisi in tre gruppi: quelli del "tutti facevano così"; quelli che "Giraudo e Moggi hanno tradito la fiducia della società" e infine quelli convinti che Giraudo e Moggi siano stati due spietati esecutori di un mandato. La convinzione degli autori è che sia a poco a poco nato un "sistema Juventus" di cui la stessa proprietà era ben consapevole e che ha avallato almeno fino al 2004. Con conseguenze devastanti non solo nel mondo del calcio. Dove sono finiti i Cecchi Gori, i Cragnotti, i Tanzi, i Gazzoni Frascara, colpevoli di aver cercato di spezzare il monopolio juventino? Ed è giusto che a colpi di arbitraggi e giochi economici al rialzo, Sensi sia stato domato e che la stessa fine abbiano fatto i fratelli Della Valle? Sono stati tutti vittime del "sistema Juventus"? Un "sistema" reale o solo una montatura, come sostengono Giraudo e Moggi? O una "bolla di sapone", secondo la nota battuta di Berlusconi?
editore: Melampo Editore
pagine: 171
Nel 1994 la famiglia Agnelli scelse Antonio Giraudo e Luciano Moggi per guidare la Juventus. Il risultato sono stati sette scudetti e una Coppa dei Campioni. Poi, nella primavera del 2006, lo scandalo delle intercettazioni telefoniche ha aperto uno squarcio sui metodi usati per ottenere tutte queste vittorie. Tifosi, giornalisti, uomini politici si sono divisi in tre gruppi: quelli del "tutti facevano così"; quelli che "Giraudo e Moggi hanno tradito la fiducia della società" e infine quelli convinti che Giraudo e Moggi siano stati due spietati esecutori di un mandato. La convinzione degli autori è che sia a poco a poco nato un "sistema Juventus" di cui la stessa proprietà era ben consapevole e che ha avallato almeno fino al 2004. Con conseguenze devastanti non solo nel mondo del calcio. Dove sono finiti i Cecchi Gori, i Cragnotti, i Tanzi, i Gazzoni Frascara, colpevoli di aver cercato di spezzare il monopolio juventino? Ed è giusto che a colpi di arbitraggi e giochi economici al rialzo, Sensi sia stato domato e che la stessa fine abbiano fatto i fratelli Della Valle? Sono stati tutti vittime del "sistema Juventus"? Un "sistema" reale o solo una montatura, come sostengono Giraudo e Moggi? O una "bolla di sapone", secondo la nota battuta di Berlusconi?