Melampo Editore: Le storie
Lo statista
Francesco Cossiga, Promemoria su un presidente eversivo
di Nando dalla Chiesa editore: Melampo Editore
pagine: 184
Che cos'è stato davvero Francesco Cossiga per la democrazia repubblicana? Perché, in vita e in morte, quelle nuvole di incenso di fronte a una biografia pubblica che con tanta evidenza non le legittimava? E perché quel "democratico pubblico plaudente" pronto ad assicurargli una sorta di zona franca nella vita politica e sulla stampa? E ancora: fu lo spirito libero per antonomasia o le sue picconate espressero la rivolta del potere e dei suoi misteri contro l'assurdo primato emergente delle leggi e della Costituzione? Questo pamphlet vigoroso, implacabile, racconta, attraverso la parabola di Cossiga, la debolezza delle virtù civiche e il conformismo mediatico entro cui scorre la vita del Paese. La nazione e il suo senso della legalità, e la storia faticosa e insanguinata che ne è scaturita. L'organizzazione vera dello Stato e del potere. Il senso delle istituzioni e il decoro civile. La nozione di "picconatore", che trionfò non casualmente come medaglia d'oro nel necrologio collettivo il 18 agosto del 2010. Gladio e la P2. Il caso Moro. Le memorie personali che si fanno inquinamento e veleno, da dispensare senza fondo e senza controllo alcuni, soprattutto verso i morti. Tutto ciò e altro ancora costituisce lo sfondo di questo promemoria, steso - come dichiara l'autore "con l'intento di complicare la perenne ambizione del Potere di fare prima la storia e poi di scriverla".
editore: Melampo Editore
pagine: 184
Che cos'è stato davvero Francesco Cossiga per la democrazia repubblicana? Perché, in vita e in morte, quelle nuvole di incenso di fronte a una biografia pubblica che con tanta evidenza non le legittimava? E perché quel "democratico pubblico plaudente" pronto ad assicurargli una sorta di zona franca nella vita politica e sulla stampa? E ancora: fu lo spirito libero per antonomasia o le sue picconate espressero la rivolta del potere e dei suoi misteri contro l'assurdo primato emergente delle leggi e della Costituzione? Questo pamphlet vigoroso, implacabile, racconta, attraverso la parabola di Cossiga, la debolezza delle virtù civiche e il conformismo mediatico entro cui scorre la vita del Paese. La nazione e il suo senso della legalità, e la storia faticosa e insanguinata che ne è scaturita. L'organizzazione vera dello Stato e del potere. Il senso delle istituzioni e il decoro civile. La nozione di "picconatore", che trionfò non casualmente come medaglia d'oro nel necrologio collettivo il 18 agosto del 2010. Gladio e la P2. Il caso Moro. Le memorie personali che si fanno inquinamento e veleno, da dispensare senza fondo e senza controllo alcuni, soprattutto verso i morti. Tutto ciò e altro ancora costituisce lo sfondo di questo promemoria, steso - come dichiara l'autore "con l'intento di complicare la perenne ambizione del Potere di fare prima la storia e poi di scriverla".
Il suicidio
Il declino del berlusconismo. Cronache e retroscena
di Edmondo Rho editore: Melampo Editore
pagine: 160
I retroscena del declino del centrodestra. Il calo inarrestabile di consensi e di credibilità. Lo scontro tra Berlusconi e Tremonti. Una campagna elettorale trasformata in referendum pro o contro il premier. Queste pagine analizzano le cause e i modi dello sgretolamento del berlusconismo. Come in un'antologia tragicomica, si inseguono i più emblematici autogol segnati da Silvio Berlusconi e dai luogotenenti di un centrodestra invecchiato e incattivito: da Milano a Napoli, da Trieste a Cagliari. L'attacco ai giudici comunisti di fronte a Obama e i comizi davanti al palazzo di giustizia milanese, l'allarme "zingaropoli" e la scommessa (persa) sull'ossessione delle moschee in procinto di invadere l'Italia. Il crollo a valanga dell'impero, tra processi e scandali sessuali, passa dai casi Ruby o Tarantini come dalla vicenda P4 che fa tremare il Palazzo. È Milano, la capitale economica e finanziaria, la patria del berlusconismo, a reagire per prima. Ma è un segnale che vale per l'Italia. Il crollo a valanga dell’impero, tra processi e scandali sessuali, passa dai casi Ruby o Tarantini come dalla vicenda P4 che fa tremare il Palazzo. È Milano, la capitale economica e finanziaria, la patria del berlusconismo, a reagire per prima. Ma è un segnale che vale per l’Italia. Per un Paese stanco di promesse non mantenute e che non vuole essere trascinato a fondo insieme alla controfigura del Berlusconi che fu.
editore: Melampo Editore
pagine: 160
I retroscena del declino del centrodestra. Il calo inarrestabile di consensi e di credibilità. Lo scontro tra Berlusconi e Tremonti. Una campagna elettorale trasformata in referendum pro o contro il premier. Queste pagine analizzano le cause e i modi dello sgretolamento del berlusconismo. Come in un'antologia tragicomica, si inseguono i più emblematici autogol segnati da Silvio Berlusconi e dai luogotenenti di un centrodestra invecchiato e incattivito: da Milano a Napoli, da Trieste a Cagliari. L'attacco ai giudici comunisti di fronte a Obama e i comizi davanti al palazzo di giustizia milanese, l'allarme "zingaropoli" e la scommessa (persa) sull'ossessione delle moschee in procinto di invadere l'Italia. Il crollo a valanga dell'impero, tra processi e scandali sessuali, passa dai casi Ruby o Tarantini come dalla vicenda P4 che fa tremare il Palazzo. È Milano, la capitale economica e finanziaria, la patria del berlusconismo, a reagire per prima. Ma è un segnale che vale per l'Italia. Il crollo a valanga dell’impero, tra processi e scandali sessuali, passa dai casi Ruby o Tarantini come dalla vicenda P4 che fa tremare il Palazzo. È Milano, la capitale economica e finanziaria, la patria del berlusconismo, a reagire per prima. Ma è un segnale che vale per l’Italia. Per un Paese stanco di promesse non mantenute e che non vuole essere trascinato a fondo insieme alla controfigura del Berlusconi che fu.
Terre di nessuno
Come nasce la paura metropolitana
di Paola Arrigoni editore: Melampo Editore
pagine: 224
Un pezzo di Milano, via Padova e dintorni, come sfera di cristallo attraverso cui indovinare le metropoli future. Un racconto-esplorazione che ha impegnato l'autrice per due anni. Si inseguono nella narrazione quartieri e vie e condomini abbandonati a se stessi. "Terre di nessuno" in cui la politica parla solo con la polizia e le ordinanze coprifuoco. Nella spontaneità e nel disordine nasce però anche un'idea creativa di convivenza. Terre di nessuno, dunque, anche perché aperte allo spirito inventivo e di adattamento di nuovi pionieri sociali. Quasi il laboratorio multietnico della città che verrà, sull'esempio di altri quartieri europei, da Belleville a Parigi al quartiere turco di Kreuzberg a Berlino. Via Padova come metafora italiana: sospesa tra l'esperimento di città cosmopolita e il degrado urbano che soffia sul fuoco della paura e della xenofobia.
editore: Melampo Editore
pagine: 224
Un pezzo di Milano, via Padova e dintorni, come sfera di cristallo attraverso cui indovinare le metropoli future. Un racconto-esplorazione che ha impegnato l'autrice per due anni. Si inseguono nella narrazione quartieri e vie e condomini abbandonati a se stessi. "Terre di nessuno" in cui la politica parla solo con la polizia e le ordinanze coprifuoco. Nella spontaneità e nel disordine nasce però anche un'idea creativa di convivenza. Terre di nessuno, dunque, anche perché aperte allo spirito inventivo e di adattamento di nuovi pionieri sociali. Quasi il laboratorio multietnico della città che verrà, sull'esempio di altri quartieri europei, da Belleville a Parigi al quartiere turco di Kreuzberg a Berlino. Via Padova come metafora italiana: sospesa tra l'esperimento di città cosmopolita e il degrado urbano che soffia sul fuoco della paura e della xenofobia.
Ci scusiamo per l'interruzione
Tv e libertà di informazione
di Giovanna Ferrero editore: Melampo Editore
pagine: 240
Le leggi ad personam in favore di Silvio Berlusconi precedono di molti anni la celebre "discesa in campo" del '94. La costruzione e la difesa del monopolio televisivo privato si sono infatti affermate attraverso una sequenza infinita di voti parlamentari sotto ricatto, crisi di governo, sentenze sempre più intimidite della Corte costituzionale. Trent'anni di provvedimenti su misura di cui si è persa spesso la memoria e che Giovanna Ferrerò racconta con implacabile ricchezza di documentazione. In questa storia si colloca la vicenda di Europa 7. Il caso di una televisione a cui, sin dal '99, vengono riconosciuti, più volte e in tutte le sedi giuridiche competenti, i diritti a ottenere le frequenze di Rete 4 ma che se li vede negare da un potere politico succube del monopolio privato, impegnato nell'occupazione abusiva di quelle frequenze. Il Paese in cui il diritto muore di fronte alle pretese del più forte non potrebbe essere descritto meglio che da questa vicenda enorme e paradigmatica a cui la stampa e la politica hanno dedicato così poca e stanca attenzione.
editore: Melampo Editore
pagine: 240
Le leggi ad personam in favore di Silvio Berlusconi precedono di molti anni la celebre "discesa in campo" del '94. La costruzione e la difesa del monopolio televisivo privato si sono infatti affermate attraverso una sequenza infinita di voti parlamentari sotto ricatto, crisi di governo, sentenze sempre più intimidite della Corte costituzionale. Trent'anni di provvedimenti su misura di cui si è persa spesso la memoria e che Giovanna Ferrerò racconta con implacabile ricchezza di documentazione. In questa storia si colloca la vicenda di Europa 7. Il caso di una televisione a cui, sin dal '99, vengono riconosciuti, più volte e in tutte le sedi giuridiche competenti, i diritti a ottenere le frequenze di Rete 4 ma che se li vede negare da un potere politico succube del monopolio privato, impegnato nell'occupazione abusiva di quelle frequenze. Il Paese in cui il diritto muore di fronte alle pretese del più forte non potrebbe essere descritto meglio che da questa vicenda enorme e paradigmatica a cui la stampa e la politica hanno dedicato così poca e stanca attenzione.
Parlavamo del futuro
di Gina Lagorio editore: Melampo Editore
pagine: 272
Le pagine di una scrittrice perennemente schierata. Non con un partito ma con un'idea di società, di civiltà e di giustizia. Un'idea che l'ha portata spesso a polemizzare con il potere e a osservare anche gli ambienti culturali, sociali e politici a lei più vicini con un'indipendenza di giudizio e un'onestà intellettuale che le stanno valendo, oltre ai meriti letterari, molti riconoscimenti civili anche postumi. Le pagine di una Gina Lagorio forte, combattiva, capace di indignarsi e di esprimere il proprio parere con chiarezza, pagine significativamente attuali e di rara lungimiranza. Il volume abbraccia quarant'anni di attività, dal 1965 al 2005, e riunisce materiali meno noti e di non sempre facile reperibilità tratti da riviste e quotidiani; da interventi a incontri e convegni; da interviste rilasciate a radio e giornali; infine, passi di un libro finora inedito che raccoglie il diario di due anni dell'esperienza parlamentare nella X legislatura. Molti i temi affrontati: l'impegno degli intellettuali e la loro responsabilità, la condizione femminile e la politica, la cultura e l'attualità, in un intreccio strettissimo di vita e scrittura. Elemento dominante è la passione civile, la capacità di prendere posizione in nome di principi irrinunciabili, sempre in un rapporto intenso e sofferto con la storia. Un libro che consente di avvicinare Gina Lagorio oltre la prospettiva letteraria e di approfondire così la conoscenza di una tra le grandi scrittrici del Novecento italiano.
editore: Melampo Editore
pagine: 272
Le pagine di una scrittrice perennemente schierata. Non con un partito ma con un'idea di società, di civiltà e di giustizia. Un'idea che l'ha portata spesso a polemizzare con il potere e a osservare anche gli ambienti culturali, sociali e politici a lei più vicini con un'indipendenza di giudizio e un'onestà intellettuale che le stanno valendo, oltre ai meriti letterari, molti riconoscimenti civili anche postumi. Le pagine di una Gina Lagorio forte, combattiva, capace di indignarsi e di esprimere il proprio parere con chiarezza, pagine significativamente attuali e di rara lungimiranza. Il volume abbraccia quarant'anni di attività, dal 1965 al 2005, e riunisce materiali meno noti e di non sempre facile reperibilità tratti da riviste e quotidiani; da interventi a incontri e convegni; da interviste rilasciate a radio e giornali; infine, passi di un libro finora inedito che raccoglie il diario di due anni dell'esperienza parlamentare nella X legislatura. Molti i temi affrontati: l'impegno degli intellettuali e la loro responsabilità, la condizione femminile e la politica, la cultura e l'attualità, in un intreccio strettissimo di vita e scrittura. Elemento dominante è la passione civile, la capacità di prendere posizione in nome di principi irrinunciabili, sempre in un rapporto intenso e sofferto con la storia. Un libro che consente di avvicinare Gina Lagorio oltre la prospettiva letteraria e di approfondire così la conoscenza di una tra le grandi scrittrici del Novecento italiano.
Illusione nucleare
I rischi e i falsi miti
di Carlo Monguzzi, Sergio Zabot editore: Melampo Editore
pagine: 156
La crisi economica e l'incertezza delle relazioni internazionali spingono nuovamente i Paesi industrializzati verso l'energia nucleare, ridando voce anche in Italia ai fautori della sua convenienza e inevitabilità. Questo libro sfata con rigore scientifico alcuni luoghi comuni: che l'energia atomica sia abbondante e sicura, che costi meno, che non provochi emissioni di CO2. Le argomentazioni dei due autori sono stringenti: già ai ritmi di consumo attuali, si stima che entro 50 anni non ci sarà più uranio economicamente sfruttabile; i costi di costruzione dei reattori e del loro mantenimento sono già oggi fuori mercato; infine, il nucleare inquina, contamina irrimediabilmente interi territori, con il rischio di accentuare le criticità del cambiamento climatico in atto. Completa questo inquietante scenario l'idea, promossa dal G8, di una governance mondiale dell'energia. Una governance capace di tenere l'opinione pubblica all'oscuro delle centinaia di incidenti occorsi finora e abile nel convincere i Paesi emergenti a legarsi per i decenni a venire alle tecnologie nucleari dell'Occidente. I diritti di questo libro saranno devoluti ai bambini vittime dell'incidente alla centrale nucleare di Cernobyl del 1986.
editore: Melampo Editore
pagine: 156
La crisi economica e l'incertezza delle relazioni internazionali spingono nuovamente i Paesi industrializzati verso l'energia nucleare, ridando voce anche in Italia ai fautori della sua convenienza e inevitabilità. Questo libro sfata con rigore scientifico alcuni luoghi comuni: che l'energia atomica sia abbondante e sicura, che costi meno, che non provochi emissioni di CO2. Le argomentazioni dei due autori sono stringenti: già ai ritmi di consumo attuali, si stima che entro 50 anni non ci sarà più uranio economicamente sfruttabile; i costi di costruzione dei reattori e del loro mantenimento sono già oggi fuori mercato; infine, il nucleare inquina, contamina irrimediabilmente interi territori, con il rischio di accentuare le criticità del cambiamento climatico in atto. Completa questo inquietante scenario l'idea, promossa dal G8, di una governance mondiale dell'energia. Una governance capace di tenere l'opinione pubblica all'oscuro delle centinaia di incidenti occorsi finora e abile nel convincere i Paesi emergenti a legarsi per i decenni a venire alle tecnologie nucleari dell'Occidente. I diritti di questo libro saranno devoluti ai bambini vittime dell'incidente alla centrale nucleare di Cernobyl del 1986.
Il manifesto del partito dei giovani
di Giuseppe Civati editore: Melampo Editore
pagine: 176
È il momento di una rivoluzione. Nulla di meno occorre di fronte al crollo di questo paese. La casa, i precari, la scuola e la ricerca, il fisco, l'informazione. L'Italia senza diritti per chi è "diverso", magari perché omosessuale, donna o troppo giovane. L'innovazione tecnologica e l'ambiente ridotti a tema da convegno o poco più. La banda larga che rimane maledettamente stretta. L'Italia della rete libera, vissuta con sospetto dal circuito politico-mediatico. E l'abisso scavato tra le generazioni, nella patria dell'erede (per chi ha una eredità di cui godere) e del figliol precario (che non ha futuro e ancora non si è ribellato). Il Manifesto offre un affresco potente e preoccupato del presente e disegna soluzioni per il futuro, lanciando l'idea di una rivoluzione leggera. È il Manifesto degli italiani che verranno, degli italiani "prossimi": prossimi anche perché solidali, vicini, alla pari. Rinnovati. È il Manifesto dell'era post berlusconiana, del ricambio della classe dirigente, della necessità di portare avanti le lancette dell'orologio e di interrogarsi radicalmente sull'età del paese e del mondo. Perché chi ha meno di quarantanni spesso non si sente rappresentato da nessuno, e cresce il bisogno di qualcuno che lo voglia e lo sappia fare. Anche a costo di dare vita a un nuovo partito, il Partito dei giovani: non dei giovani dirigenti, ma dei giovani elettori. Uno scenario tra la rivolta e il sogno che può diventare realtà.
editore: Melampo Editore
pagine: 176
È il momento di una rivoluzione. Nulla di meno occorre di fronte al crollo di questo paese. La casa, i precari, la scuola e la ricerca, il fisco, l'informazione. L'Italia senza diritti per chi è "diverso", magari perché omosessuale, donna o troppo giovane. L'innovazione tecnologica e l'ambiente ridotti a tema da convegno o poco più. La banda larga che rimane maledettamente stretta. L'Italia della rete libera, vissuta con sospetto dal circuito politico-mediatico. E l'abisso scavato tra le generazioni, nella patria dell'erede (per chi ha una eredità di cui godere) e del figliol precario (che non ha futuro e ancora non si è ribellato). Il Manifesto offre un affresco potente e preoccupato del presente e disegna soluzioni per il futuro, lanciando l'idea di una rivoluzione leggera. È il Manifesto degli italiani che verranno, degli italiani "prossimi": prossimi anche perché solidali, vicini, alla pari. Rinnovati. È il Manifesto dell'era post berlusconiana, del ricambio della classe dirigente, della necessità di portare avanti le lancette dell'orologio e di interrogarsi radicalmente sull'età del paese e del mondo. Perché chi ha meno di quarantanni spesso non si sente rappresentato da nessuno, e cresce il bisogno di qualcuno che lo voglia e lo sappia fare. Anche a costo di dare vita a un nuovo partito, il Partito dei giovani: non dei giovani dirigenti, ma dei giovani elettori. Uno scenario tra la rivolta e il sogno che può diventare realtà.
La convergenza
Mafia e politica nella Seconda Repubblica
di Nando dalla Chiesa editore: Melampo Editore
pagine: 304
Sono andate nella stessa direzione. Nella Seconda Repubblica mafia e politica hanno realizzato una convergenza che oggi presenta al Paese il suo conto salatissimo. Una narrazione inedita degli ultimi vent'anni di storia italiana, che non fa sconti a nessuno. La storia della svolta e della duplice trattativa con Cosa nostra. Del papello di Totò Riina che arriva in parlamento. Della abdicazione della sinistra che fa le leggi che servono alla mafia e dell'assalto della destra, che alla mafia offre invece il regalo più grande, la dissoluzione del senso dello Stato. La storia di una Lega nata per difendere l'identità padana e che consegna il cuore della Lombardia ai clan calabresi. Della campagna più primitiva del sud che va alla conquista del nord e gli impone progressivamente la sua egemonia culturale. Una narrazione che parla della assoluta inadeguatezza della politica italiana davanti ai nemici in armi della democrazia. E delle minoranze istituzionali, civili e talora politiche che non si arrendono. Sono loro, in fondo, che hanno finora impedito che sul pennone della Repubblica sventoli bandiera bianca.
editore: Melampo Editore
pagine: 304
Sono andate nella stessa direzione. Nella Seconda Repubblica mafia e politica hanno realizzato una convergenza che oggi presenta al Paese il suo conto salatissimo. Una narrazione inedita degli ultimi vent'anni di storia italiana, che non fa sconti a nessuno. La storia della svolta e della duplice trattativa con Cosa nostra. Del papello di Totò Riina che arriva in parlamento. Della abdicazione della sinistra che fa le leggi che servono alla mafia e dell'assalto della destra, che alla mafia offre invece il regalo più grande, la dissoluzione del senso dello Stato. La storia di una Lega nata per difendere l'identità padana e che consegna il cuore della Lombardia ai clan calabresi. Della campagna più primitiva del sud che va alla conquista del nord e gli impone progressivamente la sua egemonia culturale. Una narrazione che parla della assoluta inadeguatezza della politica italiana davanti ai nemici in armi della democrazia. E delle minoranze istituzionali, civili e talora politiche che non si arrendono. Sono loro, in fondo, che hanno finora impedito che sul pennone della Repubblica sventoli bandiera bianca.
Si fa presto a dire madre
di Valentina Furlanetto editore: Melampo Editore
pagine: 176
Questa è la storia di Tiziana, che vive con il suo bambino dietro le sbarre; è la storia di Marta, che da una sedia a rotelle insegna al figlio a camminare; è quella di Anna, che scorda la sua piccola in auto e la trova morta; ed è quella di Silvia e Francesca, che insieme hanno costruito una famiglia. Sono alcune delle voci di madri che in questo libro si sono trovate a cantare assieme. Stonate e maldestre talvolta, ma sincere. Madri perfette solo in apparenza e madri tutte sbagliate capaci di sensibilità nascoste. Madri che scelgono di crescere i figli di altre e madri che di bambini non ne volevano sapere. Madri con mariti violenti e madri i cui mariti si sono scoperti femmine. Madri che ai figli sopravvivono e madri che ne aspettano il ritorno. E figli che crescono nella pancia o che rimangono solo nella testa.
Una cronaca coinvolgente, affondata nella realtà dell’Italia di oggi. Perché si fa presto a dire madre, ma dietro gli stereotipi sulla maternità esistono donne con anime e storie diverse. Vite difficili, anche da immaginare.
editore: Melampo Editore
pagine: 176
Questa è la storia di Tiziana, che vive con il suo bambino dietro le sbarre; è la storia di Marta, che da una sedia a rotelle insegna al figlio a camminare; è quella di Anna, che scorda la sua piccola in auto e la trova morta; ed è quella di Silvia e Francesca, che insieme hanno costruito una famiglia. Sono alcune delle voci di madri che in questo libro si sono trovate a cantare assieme. Stonate e maldestre talvolta, ma sincere. Madri perfette solo in apparenza e madri tutte sbagliate capaci di sensibilità nascoste. Madri che scelgono di crescere i figli di altre e madri che di bambini non ne volevano sapere. Madri con mariti violenti e madri i cui mariti si sono scoperti femmine. Madri che ai figli sopravvivono e madri che ne aspettano il ritorno. E figli che crescono nella pancia o che rimangono solo nella testa.
Una cronaca coinvolgente, affondata nella realtà dell’Italia di oggi. Perché si fa presto a dire madre, ma dietro gli stereotipi sulla maternità esistono donne con anime e storie diverse. Vite difficili, anche da immaginare.
Io non tacerò
La lunga battaglia per la giustizia
di Antonino Caponnetto editore: Melampo Editore
pagine: 288
Era un galantuomo, Antonino Caponnetto. Fatto all'apparenza di cartavelina, eppure sempre in prima linea nella lotta alla mafia. Nei suoi ultimi, intensi dieci anni, dall'uccisione dei suoi "figli, fratelli, amici", Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, fino al 2002, il giudice Caponnetto ha smentito l'idea secondo cui vi sia un'età per andare in pensione dall'impegno civile. E ha attraversato il nostro Paese in maniera capillare e ragionata. In mille scuole e in cento piazze ha insegnato la Costituzione italiana, l'etica della responsabilità, ha parlato di educazione alla legalità, di solidarietà, di pace, di diritti, ha raccontato un'idea di informazione libera e di giustizia possibile. I discorsi, le lezioni, gli scritti e le interviste sono ora qui raccolti e da essi traspare un pensiero rigoroso, colto, impermeabile a qualsiasi compromesso o comoda prudenza. In questo libro sta l'eredità di un grande testimone civile e di un instancabile custode di memoria.
editore: Melampo Editore
pagine: 288
Era un galantuomo, Antonino Caponnetto. Fatto all'apparenza di cartavelina, eppure sempre in prima linea nella lotta alla mafia. Nei suoi ultimi, intensi dieci anni, dall'uccisione dei suoi "figli, fratelli, amici", Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, fino al 2002, il giudice Caponnetto ha smentito l'idea secondo cui vi sia un'età per andare in pensione dall'impegno civile. E ha attraversato il nostro Paese in maniera capillare e ragionata. In mille scuole e in cento piazze ha insegnato la Costituzione italiana, l'etica della responsabilità, ha parlato di educazione alla legalità, di solidarietà, di pace, di diritti, ha raccontato un'idea di informazione libera e di giustizia possibile. I discorsi, le lezioni, gli scritti e le interviste sono ora qui raccolti e da essi traspare un pensiero rigoroso, colto, impermeabile a qualsiasi compromesso o comoda prudenza. In questo libro sta l'eredità di un grande testimone civile e di un instancabile custode di memoria.
Ritratti
Volti del mio Novecento
di Diego Novelli editore: Melampo Editore
pagine: 256
Le partite di calcio con Valentino Mazzola, eroe del Torino naufragato a Superga. Gianni Agnelli che un giorno chiede a bruciapelo: "Perché lei è comunista?". Un profilo al vetriolo di Cesare Romiti. La lunga amicizia con Enrico Berlinguer. Gli incontri e gli scontri con i massimi leader della prima e della seconda Repubblica: Andreotti, Cossiga, Craxi, Occhetto, D'Alema. Le conversazioni con i grandi intellettuali, Moravia, Spinelli, Firpo. Aneddoti poco edificanti sull'"infanzia" di futuri famosi, come il giovane Minzolini, inventore di "cronache" parlamentari. Il racconto di Diego Novelli procede per flash che illuminano il Novecento italiano, dall'era fascista ai giorni nostri, dalla visita di Mussolini a Torino - dove l'autore è il bimbo prescelto per porgere un mazzo di fiori al duce - ai retroscena inediti dei tempi del primo governo Berlusconi. Novelli è stato giornalista, sindaco di Torino negli anni di piombo, dirigente del Pci, deputato, editore. Ruoli che gli hanno permesso di trovarsi spesso dietro le quinte della storia d'Italia e di tracciarne un racconto in presa diretta. Una storia narrata attraverso persone a volte straordinarie, come Nicola Grosa, il partigiano che percorre "per 2800 giorni" le montagne del Piemonte per esumare i resti "di tutti i partigiani mal sepolti". Ne ricompone circa duemila, ma alla fine è lui a morirne, per un'infezione. Una metafora crudele della fatica della memoria e dell'importanza di recuperarne ogni frammento.
editore: Melampo Editore
pagine: 256
Le partite di calcio con Valentino Mazzola, eroe del Torino naufragato a Superga. Gianni Agnelli che un giorno chiede a bruciapelo: "Perché lei è comunista?". Un profilo al vetriolo di Cesare Romiti. La lunga amicizia con Enrico Berlinguer. Gli incontri e gli scontri con i massimi leader della prima e della seconda Repubblica: Andreotti, Cossiga, Craxi, Occhetto, D'Alema. Le conversazioni con i grandi intellettuali, Moravia, Spinelli, Firpo. Aneddoti poco edificanti sull'"infanzia" di futuri famosi, come il giovane Minzolini, inventore di "cronache" parlamentari. Il racconto di Diego Novelli procede per flash che illuminano il Novecento italiano, dall'era fascista ai giorni nostri, dalla visita di Mussolini a Torino - dove l'autore è il bimbo prescelto per porgere un mazzo di fiori al duce - ai retroscena inediti dei tempi del primo governo Berlusconi. Novelli è stato giornalista, sindaco di Torino negli anni di piombo, dirigente del Pci, deputato, editore. Ruoli che gli hanno permesso di trovarsi spesso dietro le quinte della storia d'Italia e di tracciarne un racconto in presa diretta. Una storia narrata attraverso persone a volte straordinarie, come Nicola Grosa, il partigiano che percorre "per 2800 giorni" le montagne del Piemonte per esumare i resti "di tutti i partigiani mal sepolti". Ne ricompone circa duemila, ma alla fine è lui a morirne, per un'infezione. Una metafora crudele della fatica della memoria e dell'importanza di recuperarne ogni frammento.
Il potere e l'acqua
Scritti inediti
di Danilo Dolci editore: Melampo Editore
pagine: 108
Mentre l'acqua diventa tema cruciale per il governo del mondo, bene simbolico che evoca in forma radicale l'eterna lotta tra interesse pubblico e interessi privati, vengono alla luce questi scritti di Danilo Dolci su acqua e potere. Scritti inquieti, profetici, che tradiscono tutta la concreta esperienza vissuta dal "sociologo della disobbedienza" nella Sicilia del secondo dopoguerra, la sua profonda consapevolezza di quanto l'acqua, risorsa vitale, possa diventare oggetto e strumento di strategie di potere, origine di disuguaglianze intollerabili e di manipolazioni violente dell'ordine sociale. Quelli qui raccolti in volume sono scritti organici ma anche appunti eterogenei, che consentono di ripercorrere le preoccupazioni e le riflessioni dell'ultimo Dolci, aiutandoci a comprenderne meglio la personalità intellettuale e civile. Si deve a Giusy Giani e Giordano Bruschi, illuminati e instancabili militanti politici e sociali genovesi, se questi scritti giungono a noi. Grazie alla loro passione per la memoria disponiamo oggi di questo materiale inedito: indubbiamente prezioso per chi abbia studiato o voglia conoscere la storia della Sicilia, del Meridione del dopoguerra, della lotta alla mafia o dei protagonisti civili dell'Italia del Novecento.
editore: Melampo Editore
pagine: 108
Mentre l'acqua diventa tema cruciale per il governo del mondo, bene simbolico che evoca in forma radicale l'eterna lotta tra interesse pubblico e interessi privati, vengono alla luce questi scritti di Danilo Dolci su acqua e potere. Scritti inquieti, profetici, che tradiscono tutta la concreta esperienza vissuta dal "sociologo della disobbedienza" nella Sicilia del secondo dopoguerra, la sua profonda consapevolezza di quanto l'acqua, risorsa vitale, possa diventare oggetto e strumento di strategie di potere, origine di disuguaglianze intollerabili e di manipolazioni violente dell'ordine sociale. Quelli qui raccolti in volume sono scritti organici ma anche appunti eterogenei, che consentono di ripercorrere le preoccupazioni e le riflessioni dell'ultimo Dolci, aiutandoci a comprenderne meglio la personalità intellettuale e civile. Si deve a Giusy Giani e Giordano Bruschi, illuminati e instancabili militanti politici e sociali genovesi, se questi scritti giungono a noi. Grazie alla loro passione per la memoria disponiamo oggi di questo materiale inedito: indubbiamente prezioso per chi abbia studiato o voglia conoscere la storia della Sicilia, del Meridione del dopoguerra, della lotta alla mafia o dei protagonisti civili dell'Italia del Novecento.