Criminalità organizzata
La notte della civetta
storie eretiche di mafia, di Sicilia, d'Italia
di Piero Melati editore: Zolfo Editore
pagine: 288
Troppi fatti sono scomparsi. E con la vera storia della mafia è scomparsa anche la storia vera della Sicilia.
È arrivato il momento di guardare la fotografia con sguardo obliquo.
editore: Zolfo Editore
pagine: 288
La pacchia
vita di Soumaila Sacko, nato in Mali, ucciso in Italia
di Bianca Stancanelli editore: Zolfo Editore
pagine: 176
Il 2 giugno 2018, festa della Repubblica, in una fornace abbandonata nelle campagne calabresi, un giovane africano viene ucciso con una fucilata alla testa. Si chiamava Soumaila Sacko, aveva 29 anni, veniva dal Mali. Con due amici stava raccogliendo lamiere per tirar su una baracca nel ghetto dei braccianti neri della piana di Gioia Tauro.Proprio quel giorno, mentre il giovane viene colpito a morte, Matteo Salvini, appena nominato ministro dell’Interno, scandisce in un comizio a Vicenza il suo slogan contro gli immigrati: «La pacchia è finita».Rimbalzando nell’estremo Sud, quella frase diventa il sigillo tragico e beffardo sulla morte di un uomo che, come migliaia di altri africani, lavorava per una paga da fame in un’Italia dove molte sono le pacchie, e nessuna ha per protagonisti i migranti.
editore: Zolfo Editore
pagine: 176
Il sasso in bocca
come la mafia conquistò l'Italia
di Michele Pantaleone editore: Zolfo Editore
pagine: 152
Questo è un best seller. Ha venduto milioni di copie nel mondo, è stato tradotto in ventotto lingue. Ha avuto un successo universale e ha fatto molto discutere. Il sasso in bocca è la cronaca in presa diretta di come la mafia conquistò la Sicilia, l’Italia intera e pezzi degli Stati Uniti. O di come tentò di farlo, nella sottovalutazione colpevole di molti che avrebbero dovuto combatterla. Non è un libro di archeologia mafiosa, ma la radiografia lucida di chi ha compreso che la mafia non è un modo di pensare o un costume tribale, ma un’organizzazione che punta con ogni mezzo a rafforzare il proprio potere e che, di volta in volta, può essere funzionale al potere stesso.Questo documento, pubblicato per la prima volta nel 1970, è lo sforzo di mettere in relazione fatti apparentemente slegati, che ricadono dentro la strategia di una mafia che già allora, nella distrazione di molti, manteneva collegamenti intercontinentali. Il racconto di Michele Pantaleone – uno dei primi scrittori italiani a usare la parola mafia associata a nomi di boss, di imprenditori e di ministri – è il tentativo titanico di spiegare la natura dei meccanismi mafiosi. Ripubblicare questo libro, a cinquant’anni di distanza, è non soltanto un omaggio al coraggio, ma il recupero di un testo che parla dell’Italia di ieri e di oggi. Un’operazione non di filologia mafiologica, ma di memoria consapevole. Per non dimenticare. Ma soprattutto per capire dove stiamo andando.
Gaetano Savatteri
editore: Zolfo Editore
pagine: 152
Il Padrino dell'Antimafia
una cronaca italiana sul potere infetto
di Attilio Bolzoni editore: Zolfo Editore
pagine: 312
Un siciliano che è “nel cuore” di un boss di Cosa Nostra diventa misteriosamente il faro dell’Antimafia italiana. Il delitto perfetto.Con la complicità di ministri dell’Interno e alti magistrati, di spie e generali, Calogero Antonio Montante in arte Antonello è il personaggio che più di ogni altro segna l’oscura stagione delle “mafie incensurate” che dettano legge dopo le stragi del 1992.
Simbolo della legalità per Confindustria e a capo di una centrale clandestina di spionaggio, fra affari e patti indicibili la sua storia fa scorgere un pezzo d’Italia con il sangue marcio.
Chi è davvero Montante? Solo il prestanome di un sistema imprenditoriale criminale? Il pezzo “difettoso” di una perfetta macchina di potere? È pupo o puparo?
Ma c’è un intrigo nell’intrigo: le telefonate del Presidente. Qualcuno sospetta che nelle mani di Montante siano finite le registrazioni delle conversazioni fra l’ex Capo dello Stato Napolitano e l’ex ministro Mancino, quei quattro colloqui agli atti del processo di Palermo sulla trattativa Stato-mafia che la Corte Costituzionale aveva ordinato di distruggere.
da REPUBBLICA.IT
editore: Zolfo Editore
pagine: 312
Io, sbirro a Palermo
di Maurizio Ortolan editore: Melampo Editore
pagine: 208
La storia vera di un poliziotto romano catapultato a Palermo a caccia dei grandi latitanti mafiosi negli anni più caldi della lotta a Cosa nostra. Ne emerge un racconto avvincente, appassionato, talvolta venato di sottile e amaro umorismo, che ci fa rivivere la prosaicità di ogni guerra: quando l'attimo dell'"azione" è preceduto da interminabili giornate di pedinamenti e intercettazioni passate a "studiare il nemico", a estrarre prove e indizi da un segno all'apparenza insignificante, da un sussurro carpito al telefono, da un silenzio sospetto. Agente di scorta di Francesco Marino Mannoia e altri "pentiti" di mafia di peso, dattilografo con i giudici di Palermo durante gli interrogatori, interprete dei "pizzini" di Bernardo Provenzano, l'autore ci offre una testimonianza necessaria: inquadra da molto vicino i più importanti episodi della cronaca criminale italiana degli ultimi trent'anni. Illumina il confine non sempre netto tra bianco e nero nelle stanze fumose della polizia. E rende il giusto tributo ai numerosi uomini dello Stato che hanno fatto il proprio dovere, lontani dai riflettori.
editore: Melampo Editore
pagine: 208
Giornalisti in terre di mafia
Quelli che scrivono e quelli che si voltano dall'altra parte
editore: Melampo Editore
pagine: 160
Ci sono notizie che fanno male e ci sono notizie che non disturbano mai. Cronache irriverenti e quell'informazione "morbida" che piace a tanti, conformista, remissiva e conciliante. Le due facce del giornalismo in terre di mafia. Quando le grandi organizzazioni criminali si nascondono è più difficile raccontarle, meno sparano e meno finiscono sui giornali. Quando non "parlano" con il linguaggio delle armi - uccidendo, organizzando stragi e attentati - le mafie è come se non ci fossero. Vengono riconosciute solo quando non portano la maschera. In questi anni si è fatto un gran rumore intorno a fenomeni criminali che si sono proposti sulla scena violentemente e si è fatto un gran silenzio su quei sistemi mafiosi o paramafiosi legati ai poteri legali.
editore: Melampo Editore
pagine: 160
La mafia del Brenta
La storia di Felice Maniero e del Veneto che si credeva innocente
di Arianna Zottarel editore: Melampo Editore
pagine: 192
«Abbiamo trovato sacchi e sacchi di denaro nelle rive del Brenta. Seppellivano i morti, seppellivano i soldi, seppellivano la droga, seppellivano i quadri rubati. La loro banca era quella».
editore: Melampo Editore
pagine: 192
Il lungo assedio
La lotta al terrorismo nel diario operativo della Sezione Speciale Anticrimine Carabinieri di Roma
di Domenico Di Petrillo editore: Melampo Editore
pagine: 384
Non solo un diario operativo, quasi un diario di guerra. Sulle auto civetta tra Torino e Bologna, nei pedinamenti estenuanti e forsennati per le vie della Capitale, o sulle tracce dei brigatisti riparati a Parigi. Fino alla fine, all'operazione "Olocausto", una tra le più lunghe imprese investigative della lotta al terrorismo, che spazzò via l'organizzazione eversiva Brigate rosse. Domenico Di Petrillo ci consegna date, nomi, scenari operativi, risultati e arresti. Ripercorre i contorni di un'epoca e la cronaca documentata di un conflitto condotto dal 1978 al 1989: per dodici anni lui, allora tenente colonnello, e gli uomini della Sezione Speciale Anticrimine dei Carabinieri di Roma hanno combattuto un nemico forte di armi, di ideologie distorte e pure di consenso. Una guerra divampata tra fabbriche e università, nelle strade. Da un lato un esercito clandestino affascinato dal mito della P38 e responsabile di un'infinita catena di morti ammazzati; dall'altro le avanguardie istituzionali, un esercito per nulla clandestino eppure costretto a missioni sotto copertura. Ragazzi poco più che ventenni che dovettero costruirsi sul campo un'abilità e una professionalità proprie, per sfidare un fenomeno sconosciuto e sanguinoso, per decrittare volantini e comunicati, per capire sigle, linguaggi e abitudini. Di tutto l'autore ci mette a parte, di durezze e di passioni, di sacrifici e di tensioni; dei silenzi davanti alla stampa, ai cittadini, ai familiari; dell'umanità e dell'onore dei suoi uomini. E soprattutto della memoria delle vittime.
editore: Melampo Editore
pagine: 384
Imperi criminali
I beni confiscati e il fallimento dello Stato
editore: Melampo Editore
pagine: 248
Sempre più ricche e sempre più nascoste, le mafie ripuliscono i loro soldi dentro e fuori i confini nazionali. Nell'era della comunicazione senza frontiere, al passo con i tempi, le organizzazioni criminali italiane si alleano con quelle straniere per una spartizione del potere che non è più geografica ma rigorosamente economica. È valutato intorno ai 30 miliardi di euro il patrimonio confiscato in questi ultimi anni a cosa nostra, 'ndrangheta e camorra. Un tesoro che lo Stato non ha saputo gestire. Più si sono moltiplicati i sequestri dei beni, più è affiorata - fra scandali e ritardi e fallimenti - l'inadeguatezza di agenzie governative e apparati giudiziari. Una "guerra" contro le mafie che, al momento, è persa.
editore: Melampo Editore
pagine: 248
La mafia dopo le stragi
Cosa è oggi e come è cambiata dal 1992
editore: Melampo Editore
pagine: 196
Totò Riina è scivolato nella tomba con tutti i suoi segreti e la mafia delle stragi non c'è più. È finita un'epoca. Sono passati più di venticinque anni dalle uccisioni di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino ma oggi sappiamo tutto e niente. Le mafie hanno preso altre forme, sono élite criminali che puntano ad accorciare le distanze fra mondo legale e mondo illegale. Sono diventate apparentemente sempre meno aggressive e sempre più "collusive", attraenti. E si nascondono. A volte non le riconosciamo più. «Io non so più come fotografare la mafia perché non riesco a vederla», dice Letizia Battaglia, la grande fotografa che con i suoi scatti l'ha fatta conoscere fuori dai confini italiani.
editore: Melampo Editore
pagine: 196
In nome del figlio
Saveria Antiochia, una madre contro la mafia
di Jole Garuti editore: Melampo Editore
Il 6 agosto 1985 la mafia uccise a Palermo Roberto Antiochia, giovane poliziotto. Sua madre Saveria, nel nome del figlio, è rinata per dedicare ogni energia all'impegno antimafia e per far conoscere e diffondere i valori e gli ideali del suo ragazzo. Consegnò a «la Repubblica» una lettera implacabile indirizzata al ministro degli Interni: "Li avete abbandonati", provocando forti polemiche. Fu tra i fondatori del Circolo Società Civile di Milano, del Coordinamento antimafia di Palermo e di Libera. Nel 1990 venne eletta al Consiglio comunale di Palermo, ma la politica non era il suo mondo. Dal 1993 frequentò Sariano, un paesino del Polesine diventato quasi un'università popolare dell'antimafia per la caratura e la passione dei partecipanti ai dibattiti: magistrati, giornalisti, politici, semplici cittadini provenienti da tutta Italia. Con fatica fu presente a ogni udienza dei processi per l'uccisione di Roberto e Ninni Cassare e la sua testimonianza fu determinante. Non tollerava alcun cedimento dello Stato alla mafia, tanto meno l'ipotesi di una trattativa, ed era subito pronta a prendere la penna o il telefono per far sentire la sua voce fremente e la sua indignazione. Nelle scuole di tutto il Paese raccontò, senza lacrime, gli ideali di Roberto, la sua volontà di difendere i diritti dei più deboli, di lottare per una Italia libera e democratica, contrastando l'arroganza e la violenza mafiosa; e il silenzio con cui veniva ascoltata aveva qualcosa di magico.
editore: Melampo Editore
Le due guerre
Perché l'Italia ha sconfitto il terrorismo e non la mafia