Melampo Editore
Prima di tutto, la scuola
di Chiara Acciarini, Alba Sasso editore: Melampo Editore
pagine: 173
Della scuola italiana si parla molto. È naturale: riguarda quasi nove milioni di studenti, oltre un milione di lavoratori, circa diciassette milioni di genitori. Quasi metà della popolazione italiana. Quello che è meno naturale è che se ne dicano cose tanto diverse e contrastanti. Questo libro è nato dall'idea che occorre affrontare la discussione sul rinnovamento della nostra scuola partendo da qualche certezza e da qualche speranza. Descrivendola com'è realmente, nei numeri e nei dati qualitativi; e non come compare negli spot ministeriali o, al contrario, nella pubblicistica della "scuola allo sfascio". Per delineare poi le prospettive di un cambiamento possibile. Le risorse finanziarie, l'autonomia, il tempo pieno e il tempo prolungato, tutto ciò che è stato di recente messo in discussione, vengono ripensati guardando a un più grande progetto di cui siano protagonisti, primi tra tutti, gli insegnanti e i giovani. L'orizzonte è quello di una nuova scuola. In cui si realizzino, pienamente e finalmente, le idee di libertà e di uguaglianza su cui è fondata la nostra Costituzione.
editore: Melampo Editore
pagine: 173
Della scuola italiana si parla molto. È naturale: riguarda quasi nove milioni di studenti, oltre un milione di lavoratori, circa diciassette milioni di genitori. Quasi metà della popolazione italiana. Quello che è meno naturale è che se ne dicano cose tanto diverse e contrastanti. Questo libro è nato dall'idea che occorre affrontare la discussione sul rinnovamento della nostra scuola partendo da qualche certezza e da qualche speranza. Descrivendola com'è realmente, nei numeri e nei dati qualitativi; e non come compare negli spot ministeriali o, al contrario, nella pubblicistica della "scuola allo sfascio". Per delineare poi le prospettive di un cambiamento possibile. Le risorse finanziarie, l'autonomia, il tempo pieno e il tempo prolungato, tutto ciò che è stato di recente messo in discussione, vengono ripensati guardando a un più grande progetto di cui siano protagonisti, primi tra tutti, gli insegnanti e i giovani. L'orizzonte è quello di una nuova scuola. In cui si realizzino, pienamente e finalmente, le idee di libertà e di uguaglianza su cui è fondata la nostra Costituzione.
Quando l'Unità era un grande giornale
di Ibio Paolucci editore: Melampo Editore
pagine: 216
C'è stato un lungo periodo, più di mezzo secolo, in cui l'Unità era un grande giornale. Prima come organo del maggiore partito comunista dell'Occidente. Poi, più recentemente e per pochi anni, come quotidiano di opinione coraggioso, sostenuto con qualche imbarazzo dagli eredi politici di quello stesso partito. Ibio Paolucci ne racconta la storia dagli anni Cinquanta, quelli della guerra fredda, fino alla fine del Novecento. Lo fa attraverso le sue testimonianze, i suoi racconti, i grandi protagonisti del passato, gli articoli scritti su questioni cruciali nei momenti cruciali. Ne esce l'eco ancora viva di un'epopea fatta di asprezze e di speranze, di una lotta politica nutrita di ideologie, interessi di classe e grandi orizzonti culturali. E anche l'eco di una drammatica difesa delle istituzioni, nella quale l'autore svolse, facendo il suo mestiere di giornalista, un ruolo di rilievo, senza alcuna ambiguità di fronte all'offensiva del terrorismo. È un libro importante per ricordare, per sapere. E per capire una storia che appare lontana ma che è profondamente radicata nella vicenda repubblicana.
editore: Melampo Editore
pagine: 216
C'è stato un lungo periodo, più di mezzo secolo, in cui l'Unità era un grande giornale. Prima come organo del maggiore partito comunista dell'Occidente. Poi, più recentemente e per pochi anni, come quotidiano di opinione coraggioso, sostenuto con qualche imbarazzo dagli eredi politici di quello stesso partito. Ibio Paolucci ne racconta la storia dagli anni Cinquanta, quelli della guerra fredda, fino alla fine del Novecento. Lo fa attraverso le sue testimonianze, i suoi racconti, i grandi protagonisti del passato, gli articoli scritti su questioni cruciali nei momenti cruciali. Ne esce l'eco ancora viva di un'epopea fatta di asprezze e di speranze, di una lotta politica nutrita di ideologie, interessi di classe e grandi orizzonti culturali. E anche l'eco di una drammatica difesa delle istituzioni, nella quale l'autore svolse, facendo il suo mestiere di giornalista, un ruolo di rilievo, senza alcuna ambiguità di fronte all'offensiva del terrorismo. È un libro importante per ricordare, per sapere. E per capire una storia che appare lontana ma che è profondamente radicata nella vicenda repubblicana.
L'onere della prova
Stragi di mafia e politica: una questione aperta
di Davide Mattiello editore: Melampo Editore
pagine: 176
È stata la più importante relazione di maggioranza nella storia della Commissione parlamentare antimafia. Sotto una prosa asciutta e implacabile le alleanze politiche di Cosa Nostra vengono squadernate davanti al Paese senza prudenze e diplomatismi verbali. È una lettura impressionante ancora oggi. Siamo nella legislatura breve del 1992-1994. Di fronte alla Commissione presieduta da Luciano Violante sta un'Italia sconvolta dagli avvenimenti iniziati con la caduta del Muro, i moti di speranza del referendum Segni e la disperazione delle stragi di mafia, gli arresti in serie di Tangentopoli e l'avviso di garanzia a Giulio Andreotti. In quel clima nasce, e solo in quel clima poteva nascere, una relazione come quella di cui il lettore trova qui i passi più importanti, con tutte le annotazioni storiche del caso. Davide Mattiello, deputato di punta della Commissione antimafia, ha voluto riproporla e farne un documento da non dimenticare, che possa ispirare ancora oggi le scelte del Parlamento. Un promemoria "per chi voglia guidare l'Italia il più lontano possibile dal suo peggior presente".
editore: Melampo Editore
pagine: 176
È stata la più importante relazione di maggioranza nella storia della Commissione parlamentare antimafia. Sotto una prosa asciutta e implacabile le alleanze politiche di Cosa Nostra vengono squadernate davanti al Paese senza prudenze e diplomatismi verbali. È una lettura impressionante ancora oggi. Siamo nella legislatura breve del 1992-1994. Di fronte alla Commissione presieduta da Luciano Violante sta un'Italia sconvolta dagli avvenimenti iniziati con la caduta del Muro, i moti di speranza del referendum Segni e la disperazione delle stragi di mafia, gli arresti in serie di Tangentopoli e l'avviso di garanzia a Giulio Andreotti. In quel clima nasce, e solo in quel clima poteva nascere, una relazione come quella di cui il lettore trova qui i passi più importanti, con tutte le annotazioni storiche del caso. Davide Mattiello, deputato di punta della Commissione antimafia, ha voluto riproporla e farne un documento da non dimenticare, che possa ispirare ancora oggi le scelte del Parlamento. Un promemoria "per chi voglia guidare l'Italia il più lontano possibile dal suo peggior presente".
Sulle ginocchia
Pio La Torre, una storia
di Franco La Torre editore: Melampo Editore
pagine: 208
Nella lunga storia della lotta alla mafia e dei rapporti tra mafia e Stato c'è uno spartiacque. È la legge Rognoni-La Torre, che ha istituito il reato di associazione mafiosa e introdotto il sequestro e la confisca dei beni mafiosi. Una rivoluzione pagata con la vita dal suo ispiratore, Pio La Torre, coraggioso e carismatico deputato comunista, una vita dedicata alla giustizia sociale e alla lotta alla mafia, fin dalla prima battaglia: quella vinta da bambino per il diritto di andare a scuola. Di questo dirigente politico sempre in prima fila, dal movimento contadino che gli costò il carcere fino all'impegno nella commissione parlamentare antimafia, e poi alla grande battaglia per la pace contro i missili a Comiso, si è però scritto poco. Il suo nome viene poco ricordato perfino durante i "campi" sui beni confiscati, oggi luoghi simbolici di una volontà di riscatto civile. Questo libro vuole contribuire a ridare di lui la giusta memoria. E lo fa attraverso un testimone d'eccezione, il figlio Franco. Una memoria insieme commovente e asciutta, che racconta un leader politico con gli occhi del bambino e dell'adolescente ma anche con la consapevolezza di chi oggi è dirigente dell'associazione Libera. La completa una preziosa selezione degli scritti del dirigente comunista. Alcuni rari, ma tutti riferimento importante per chi voglia conoscere un pezzo fondamentale della storia della lotta alla mafia.
editore: Melampo Editore
pagine: 208
Nella lunga storia della lotta alla mafia e dei rapporti tra mafia e Stato c'è uno spartiacque. È la legge Rognoni-La Torre, che ha istituito il reato di associazione mafiosa e introdotto il sequestro e la confisca dei beni mafiosi. Una rivoluzione pagata con la vita dal suo ispiratore, Pio La Torre, coraggioso e carismatico deputato comunista, una vita dedicata alla giustizia sociale e alla lotta alla mafia, fin dalla prima battaglia: quella vinta da bambino per il diritto di andare a scuola. Di questo dirigente politico sempre in prima fila, dal movimento contadino che gli costò il carcere fino all'impegno nella commissione parlamentare antimafia, e poi alla grande battaglia per la pace contro i missili a Comiso, si è però scritto poco. Il suo nome viene poco ricordato perfino durante i "campi" sui beni confiscati, oggi luoghi simbolici di una volontà di riscatto civile. Questo libro vuole contribuire a ridare di lui la giusta memoria. E lo fa attraverso un testimone d'eccezione, il figlio Franco. Una memoria insieme commovente e asciutta, che racconta un leader politico con gli occhi del bambino e dell'adolescente ma anche con la consapevolezza di chi oggi è dirigente dell'associazione Libera. La completa una preziosa selezione degli scritti del dirigente comunista. Alcuni rari, ma tutti riferimento importante per chi voglia conoscere un pezzo fondamentale della storia della lotta alla mafia.
Il parlamento
Biografia non autorizzata. Misteri, segreti, bugie, trucchi e tradimenti
di Giovanni Innamorati editore: Melampo Editore
pagine: 416
Che cosa c’entra la partita Inter-Sassuolo con la caduta del governo di Enrico Letta? L’incontro tra Matteo Renzi e l’ex Cavaliere nel gennaio 2014 segna davvero il tramonto della Seconda Repubblica? Chi sono i 101 “franchi tiratori” che nel 2013 tradiscono Romano Prodi nel voto per il Quirinale? E Silvio Berlusconi nel 2011 è davvero estromesso da un complotto di Angela Merkel? Gli accadimenti dei palazzi del potere paiono insondabili, se non li si vive dall’interno e in diretta, come fa da vent’anni l’autore di questa biografia non autorizzata del Parlamento italiano. Testimone dei retroscena, Giovanni Innamorati ci guida lungo i corridoi di Camera e Senato, ci spiega il perché delle mancate o cattive riforme degli ultimi vent’anni, ci racconta le reali dinamiche delle segrete stanze romane, le alleanze e i tradimenti, le manovre e i ribaltoni che hanno determinato i momenti più caldi della Seconda Repubblica. E raccoglie così un repertorio irripetibile, tra mille curiosità, della grandezza e della miseria del potere. Dove personaggi noti e meno noti, talvolta nobili, spesso indegni delle Istituzioni, si muovono con esiti e obiettivi inaspettati.
editore: Melampo Editore
pagine: 416
Che cosa c’entra la partita Inter-Sassuolo con la caduta del governo di Enrico Letta? L’incontro tra Matteo Renzi e l’ex Cavaliere nel gennaio 2014 segna davvero il tramonto della Seconda Repubblica? Chi sono i 101 “franchi tiratori” che nel 2013 tradiscono Romano Prodi nel voto per il Quirinale? E Silvio Berlusconi nel 2011 è davvero estromesso da un complotto di Angela Merkel? Gli accadimenti dei palazzi del potere paiono insondabili, se non li si vive dall’interno e in diretta, come fa da vent’anni l’autore di questa biografia non autorizzata del Parlamento italiano. Testimone dei retroscena, Giovanni Innamorati ci guida lungo i corridoi di Camera e Senato, ci spiega il perché delle mancate o cattive riforme degli ultimi vent’anni, ci racconta le reali dinamiche delle segrete stanze romane, le alleanze e i tradimenti, le manovre e i ribaltoni che hanno determinato i momenti più caldi della Seconda Repubblica. E raccoglie così un repertorio irripetibile, tra mille curiosità, della grandezza e della miseria del potere. Dove personaggi noti e meno noti, talvolta nobili, spesso indegni delle Istituzioni, si muovono con esiti e obiettivi inaspettati.
Appartiene al popolo
Come restituire la sovranità ai cittadini
di Giuseppe Civati, Andrea Pertici editore: Melampo Editore
pagine: 168
Oggi, al crescere della disuguaglianza, cresce l'astensione dal voto. Sono sempre più numerosi gli elettori che non partecipano, non decidono, sono lasciati ai margini. E di questo si parla pochissimo. La politica deve rompere uno schema pericoloso per se stessa, per le istituzioni democratiche e per la stessa rappresentanza (sempre meno rappresentativa). Gli esclusi vanno recuperati nel dibattito pubblico e nella relazione politica ed elettorale. È necessario intervenire su tutte le forme di partecipazione, a cominciare dai partiti, che devono tornare a essere il mezzo per concorrere alla determinazione della politica nazionale, per proseguire con le leggi elettorali, che devono consentire agli elettori di scegliere i propri rappresentanti, fino a coinvolgere gli istituti di partecipazione diretta, da potenziare e rendere più effettivi. In questo modo i cittadini potranno tornare a esercitare davvero la sovranità, che, come afferma l'articolo 1 della Costituzione, appartiene al popolo.
editore: Melampo Editore
pagine: 168
Oggi, al crescere della disuguaglianza, cresce l'astensione dal voto. Sono sempre più numerosi gli elettori che non partecipano, non decidono, sono lasciati ai margini. E di questo si parla pochissimo. La politica deve rompere uno schema pericoloso per se stessa, per le istituzioni democratiche e per la stessa rappresentanza (sempre meno rappresentativa). Gli esclusi vanno recuperati nel dibattito pubblico e nella relazione politica ed elettorale. È necessario intervenire su tutte le forme di partecipazione, a cominciare dai partiti, che devono tornare a essere il mezzo per concorrere alla determinazione della politica nazionale, per proseguire con le leggi elettorali, che devono consentire agli elettori di scegliere i propri rappresentanti, fino a coinvolgere gli istituti di partecipazione diretta, da potenziare e rendere più effettivi. In questo modo i cittadini potranno tornare a esercitare davvero la sovranità, che, come afferma l'articolo 1 della Costituzione, appartiene al popolo.
C'erano bei cani ma molto seri
Storia di mio fratello Giovanni ucciso per aver scritto troppo
di Alberto Spampinato editore: Melampo Editore
pagine: 288
"C'erano bei cani, ma molto seri. Un giorno legarono un cane in cortile, e stette lì forse per due giorni. Il cane ululava, si lamentava, era straziante. Ci dissero di non avvicinarci, aveva la rabbia. Poi lo abbatterono a fucilate..." Nel 1971 il giornalista Giovanni Spampinato rievocò quell'episodio della sua infanzia. Si trattò di un inconsapevole presagio: un anno dopo fu ucciso a colpi di pistola a Ragusa. Giovanni indagava su un delitto ma non solo: aveva scoperto che la "pista nera" di Piazza Fontana arrivava fin lì, nella città "babba" per antonomasia, senza mafia né criminalità. Sul quotidiano L'Ora aveva scritto: una traccia porta al Palazzo di Giustizia. Tutti sapevano, ma l'unico a rivelarlo era stato lui. Il fratello Alberto, anch'egli giornalista, a distanza di quarant'anni continua a cercare la verità sull'omicidio e sui mandanti e oggi dà voce ai tanti cronisti zittiti allo stesso modo. E nel raccontare la sua famiglia e una terra tormentata, la Sicilia, ricostruisce anche la recente storia sociale e culturale del nostro Paese, trasformando così un dramma privato in una metafora sull'informazione e sul significato della memoria. Una vicenda che appartiene a noi tutti.
editore: Melampo Editore
pagine: 288
"C'erano bei cani, ma molto seri. Un giorno legarono un cane in cortile, e stette lì forse per due giorni. Il cane ululava, si lamentava, era straziante. Ci dissero di non avvicinarci, aveva la rabbia. Poi lo abbatterono a fucilate..." Nel 1971 il giornalista Giovanni Spampinato rievocò quell'episodio della sua infanzia. Si trattò di un inconsapevole presagio: un anno dopo fu ucciso a colpi di pistola a Ragusa. Giovanni indagava su un delitto ma non solo: aveva scoperto che la "pista nera" di Piazza Fontana arrivava fin lì, nella città "babba" per antonomasia, senza mafia né criminalità. Sul quotidiano L'Ora aveva scritto: una traccia porta al Palazzo di Giustizia. Tutti sapevano, ma l'unico a rivelarlo era stato lui. Il fratello Alberto, anch'egli giornalista, a distanza di quarant'anni continua a cercare la verità sull'omicidio e sui mandanti e oggi dà voce ai tanti cronisti zittiti allo stesso modo. E nel raccontare la sua famiglia e una terra tormentata, la Sicilia, ricostruisce anche la recente storia sociale e culturale del nostro Paese, trasformando così un dramma privato in una metafora sull'informazione e sul significato della memoria. Una vicenda che appartiene a noi tutti.
A sinistra!
Un futuro possibile
editore: Melampo Editore
pagine: 168
"Abbiamo voluto creare un doppio ponte", spiegano gli autori, i giornalisti Stefano Corradino e Giorgio Santelli: "far dialogare personalità politiche di schieramenti differenti e trovare possibili minimi comuni denominatori di sinistra fra la politica e la società civile, le organizzazioni sindacali, il mondo giuridico e quello della cultura… Il libro non è il manifesto di una nuova possibile coalizione ma si propone di essere uno strumento per una riflessione a più voci fra donne e uomini che non si sentono depositari di un pensiero unico ma sono (pre)disposti a mettersi in gioco, in un confronto aperto e plurale sull’identità della sinistra"
editore: Melampo Editore
pagine: 168
"Abbiamo voluto creare un doppio ponte", spiegano gli autori, i giornalisti Stefano Corradino e Giorgio Santelli: "far dialogare personalità politiche di schieramenti differenti e trovare possibili minimi comuni denominatori di sinistra fra la politica e la società civile, le organizzazioni sindacali, il mondo giuridico e quello della cultura… Il libro non è il manifesto di una nuova possibile coalizione ma si propone di essere uno strumento per una riflessione a più voci fra donne e uomini che non si sentono depositari di un pensiero unico ma sono (pre)disposti a mettersi in gioco, in un confronto aperto e plurale sull’identità della sinistra"
Abbiamo vinto noi
Storia di Ignazio Cutrò, l'imprenditore che ha detto no alla mafia
di Benny Calasanzio Borsellino editore: Melampo Editore
pagine: 192
Ignazio Cutrò fino al 1999 è semplicemente questo: un imprenditore siciliano che vive una vita tranquilla con la sua famiglia. Nell'ottobre di quell'anno però gli incendiano il primo mezzo, una pala meccanica. Da quel giorno sarà un susseguirsi di minacce e attentati, circa venti, che lo porteranno nel 2006 ad avere una scorta e nel 2008 dritto dentro al programma speciale per la protezione dei testimoni di giustizia, insieme a tutta la sua famiglia. Non ha mai pagato un solo euro alla mafia, ha denunciato tutto e subito. Non ha cambiato identità e nemmeno paese e continua a fare l'imprenditore combattendo per i suoi diritti e per quelli di tutti i testimoni di giustizia. Questo libro è un messaggio di vittoria: contro la mafia si può vincere grazie allo Stato e nonostante lo Stato. Non servono eroi, ma solo persone perbene che fanno con dignità il proprio dovere.
editore: Melampo Editore
pagine: 192
Ignazio Cutrò fino al 1999 è semplicemente questo: un imprenditore siciliano che vive una vita tranquilla con la sua famiglia. Nell'ottobre di quell'anno però gli incendiano il primo mezzo, una pala meccanica. Da quel giorno sarà un susseguirsi di minacce e attentati, circa venti, che lo porteranno nel 2006 ad avere una scorta e nel 2008 dritto dentro al programma speciale per la protezione dei testimoni di giustizia, insieme a tutta la sua famiglia. Non ha mai pagato un solo euro alla mafia, ha denunciato tutto e subito. Non ha cambiato identità e nemmeno paese e continua a fare l'imprenditore combattendo per i suoi diritti e per quelli di tutti i testimoni di giustizia. Questo libro è un messaggio di vittoria: contro la mafia si può vincere grazie allo Stato e nonostante lo Stato. Non servono eroi, ma solo persone perbene che fanno con dignità il proprio dovere.
I fiori dell'oleandro
Donne che fanno più bella l'Italia
di Nando dalla Chiesa editore: Melampo Editore
pagine: 232
Guardare l'Italia attraverso la metafora dell'oleandro. Della pianta che grazie a una minoranza dei suoi fiori colora un intero paesaggio e stabilisce la superiore bellezza di un luogo. I fiori dell'oleandro sono qui le tante donne sconosciute che si battono per una giustizia generosa verso i deboli e per chi ha visto calpestati i suoi diritti. Le donne che in veste di avvocato, giornalista o architetto, sindaco o militante dell'antimafia, creatrice di cooperative o barista o studentessa, scienziata o operaia, cantante o stagista, suora o professoressa o viaggiatrice misteriosa, comunicano a chi è sopraffatto dalle immagini di un paese indecente un'altra idea dell'Italia. Che regala serenità, un senso profondo di decoro morale, il piacere di scoprire che il paese descritto come privo di esempi ne è invece ricco dalla Lombardia alla Sicilia. Un libro che restituisce con naturalezza al lettore una realtà fatta di dignità, di impegno e di fiaba inconsapevole.
editore: Melampo Editore
pagine: 232
Guardare l'Italia attraverso la metafora dell'oleandro. Della pianta che grazie a una minoranza dei suoi fiori colora un intero paesaggio e stabilisce la superiore bellezza di un luogo. I fiori dell'oleandro sono qui le tante donne sconosciute che si battono per una giustizia generosa verso i deboli e per chi ha visto calpestati i suoi diritti. Le donne che in veste di avvocato, giornalista o architetto, sindaco o militante dell'antimafia, creatrice di cooperative o barista o studentessa, scienziata o operaia, cantante o stagista, suora o professoressa o viaggiatrice misteriosa, comunicano a chi è sopraffatto dalle immagini di un paese indecente un'altra idea dell'Italia. Che regala serenità, un senso profondo di decoro morale, il piacere di scoprire che il paese descritto come privo di esempi ne è invece ricco dalla Lombardia alla Sicilia. Un libro che restituisce con naturalezza al lettore una realtà fatta di dignità, di impegno e di fiaba inconsapevole.
I racconti di Nené
di Andrea Camilleri editore: Melampo Editore
pagine: 160
Le storie di Andrea Camilleri sono straordinarie non solo per quello che raccontano, ma anche per lo sguardo insieme ironico e affettuoso che lo scrittore riserva ai suoi personaggi. Ed è per questo che finiamo per amarli: ci sembra di conoscerli, di aver fatto con loro un tratto di strada. Questi nuovi racconti - tra i più intimi e sentiti del romanziere siciliano - ci riservano una sorpresa in più, perché i personaggi si chiamano Leonardo Sciascia e Luigi Pirandello, Eduardo De Filippo e Renato Rascel, Samuel Beckett e George Patton. Ed è così che Camilleri ci porta per mano dentro storie vere, che appartengono alla sua vita e alla sua memoria, e che finalmente vedono la luce. L'avvento del fascismo e lo sbarco degli alleati, il separatismo e la mafia, le amicizie e la famiglia, gli incontri con i grandi maestri e, su tutto, lei: l'amata Sicilia. Un libro che ci fa sedere vicino al creatore di Montalbano. Che prende la parola, si mette a raccontare e ci incanta.
editore: Melampo Editore
pagine: 160
Le storie di Andrea Camilleri sono straordinarie non solo per quello che raccontano, ma anche per lo sguardo insieme ironico e affettuoso che lo scrittore riserva ai suoi personaggi. Ed è per questo che finiamo per amarli: ci sembra di conoscerli, di aver fatto con loro un tratto di strada. Questi nuovi racconti - tra i più intimi e sentiti del romanziere siciliano - ci riservano una sorpresa in più, perché i personaggi si chiamano Leonardo Sciascia e Luigi Pirandello, Eduardo De Filippo e Renato Rascel, Samuel Beckett e George Patton. Ed è così che Camilleri ci porta per mano dentro storie vere, che appartengono alla sua vita e alla sua memoria, e che finalmente vedono la luce. L'avvento del fascismo e lo sbarco degli alleati, il separatismo e la mafia, le amicizie e la famiglia, gli incontri con i grandi maestri e, su tutto, lei: l'amata Sicilia. Un libro che ci fa sedere vicino al creatore di Montalbano. Che prende la parola, si mette a raccontare e ci incanta.
Il futuro è adesso
La grande rete e la Terza Repubblica
di Leoluca Orlando editore: Melampo Editore
pagine: 248
Politico tra i più anomali comparsi nella storia politica della Repubblica, cinque volte sindaco della sua città, irriducibile a obbedienze di partito, tribuno e intellettuale a un tempo, Leoluca Orlando disegna in questo libro il futuro di un'Italia finalmente libera da gabbie e nomenclature partitiche. Il futuro è adesso costituisce un vero e proprio manifesto politico, ma è anche il punto di arrivo di una biografia dura e appassionata che ha il suo centro nella Palermo martoriata dai delitti eccellenti e dalle stragi di mafia, che passa per la rivolta civile delle "primavere" palermitane, per la prima vera rottura della Democrazia cristiana e la speranza nazionale del movimento "La Rete". Le asprezze e anche le umiliazioni di una politica senz'anima non hanno attenuato l'entusiasmo del sessantenne che immagina qui, in un impasto di cultura e politica, diritto e morale, estetica e linguaggio, l'arrivo di una Terza Repubblica in cui la sua Palermo giochi un ruolo da protagonista. Perché, come ama ripetere citando Pablo Picasso, "ci vuole molto tempo per diventare giovani".
editore: Melampo Editore
pagine: 248
Politico tra i più anomali comparsi nella storia politica della Repubblica, cinque volte sindaco della sua città, irriducibile a obbedienze di partito, tribuno e intellettuale a un tempo, Leoluca Orlando disegna in questo libro il futuro di un'Italia finalmente libera da gabbie e nomenclature partitiche. Il futuro è adesso costituisce un vero e proprio manifesto politico, ma è anche il punto di arrivo di una biografia dura e appassionata che ha il suo centro nella Palermo martoriata dai delitti eccellenti e dalle stragi di mafia, che passa per la rivolta civile delle "primavere" palermitane, per la prima vera rottura della Democrazia cristiana e la speranza nazionale del movimento "La Rete". Le asprezze e anche le umiliazioni di una politica senz'anima non hanno attenuato l'entusiasmo del sessantenne che immagina qui, in un impasto di cultura e politica, diritto e morale, estetica e linguaggio, l'arrivo di una Terza Repubblica in cui la sua Palermo giochi un ruolo da protagonista. Perché, come ama ripetere citando Pablo Picasso, "ci vuole molto tempo per diventare giovani".