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Radici di mafia

in uscita
Radici di mafia
Titolo Radici di mafia
Sottotitolo Dai bravi manzoniani ai picciotti dei Florio
Autore
Collana Le storie, 69
Editore Zolfo Editore
Formato
Formato Libro Libro
Pagine 232
Pubblicazione 10/2025
ISBN 9791281695504
 
Prossima pubblicazione, disponibile dal 31-10-2025
18,00

 
 

Don Carlos d'Aragon, il governatore di Milano che nel 1583 diramò le prime "gride" contro i bravi, era di Castelvetrano, come Matteo Messina Denaro. Don Abbondio, il curato de I promessi sposi che si piega alla prepotenza, somiglia per ignavia a padre Pirrone, consigliere spirituale del principe di Salina ne Il Gattopardo. E ancora: Lucia Mondella, col suo matrimonio che "non s'ha da fare", è un'ideale consorella di Franca Viola, la ragazza che ad Alcamo, nel 1965, rifiutò il matrimonio "riparatore" dopo il rapimento da parte di un rampollo di famiglia mafiosa.

Fra Settecento e Duemila, così come fra nord e sud, è un gioco di rimandi e reiterazioni che fanno dubitare delle origini della mafia. Esempi di proto-mafia apparsi nel Settecento in Lombardia vennero stroncati dalle riforme di Maria Teresa d'Austria. Nel mezzogiorno, invece, quei fenomeni si sono andati consolidando, fino a trasformarsi nelle mafie che conosciamo dall'Ottocento.

L'origine è un terreno fertile: la debolezza degli Stati – spagnolo, borbonico e italiano – incapaci di offrire punti di riferimento affidabili alle popolazioni del meridione. È nel vuoto dello Stato che si insinua la mafia, che ha storicamente occupato tutto lo spazio che le si lasciava a disposizione. Difficile dire se sia davvero nata in Sicilia: certo è che in Sicilia è stata lasciata prosperare.

Questo libro è una ricostruzione rigorosa della surroga che lo Stato ha concesso alla criminalità organizzata nelle regioni del sud. Una delega non scritta che ha permesso alla mafia di avvelenare persino un'epoca apparentemente felice come quella dei Florio. E ancora, fino a oggi.

 

Roberto Alajmo

 

Quarta di copertina

"I bravi stanno a Don Rodrigo come i nuovi bravi, i mafiosi, stanno ai nuovi Don Rodrigo:

le classi abbienti facinorose dell'oggi"

Biografia dell'autore

GIUSEPPE GOVERNALE

Nato a Palermo, generale dell'Arma dei Carabinieri. Dal 2007 al 2010 è stato comandante provinciale di Catania; dal 2013 al 2015 ha guidato la Legione Carabinieri Sicilia e dal 2015 ha comandato il Raggruppamento Operativo Speciale (Ros), ottenendo importanti risultati nella lotta alla criminalità organizzata e al terrorismo. Dal 2017 al 2020 è stato direttore della Direzione Investigativa Antimafia (Dia). Ha scritto Sapevamo già tutto. Perché la mafia resiste e dovevamo combatterla prima (Solferino, 2021) e per Zolfo Editore Gli sbirri di Sciascia (2024).

 

 

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