Una storia che attraversa le strade di Palermo, segnata dagli anni delle stragi di mafia, un punto di non ritorno nelle esistenze di chi le ha vissute.
Beatrice Monroy racconta di violenze viste e patite, di persecuzioni antiche e delitti contemporanei, del valore del ricordo come atto politico contro un sistema oppressivo che nasconde o cancella la verità.
Con una scrittura evocativa e immersiva, carica di immagini e simboli, l'autrice fonde pensieri e cronaca, riflessioni intime e storia collettiva. E nell'intreccio di vicende di intere generazioni travolte dalle bombe ‒ dolori privati divenuti pubblici, illusioni spezzate, amicizie perdute e ritrovate ‒ emerge una verità fragile ma essenziale.
Protagoniste sono le donne, custodi di memoria, che affrontano il peso dei lutti e del silenzio trovando difesa e rivolta nella parola e nel suo potere di liberazione. Una resistenza che si esprime nell'impegno antimafia quotidiano, nei lenzuoli bianchi alle finestre su cui è scritto "No alla mafia", nella lotta per uno spazio culturale o per uno spazio verde di quartiere, nelle estati di letture pubbliche in piazza.
La narrazione si fa così denuncia e speranza, restituendo la voce a chi non l'ha mai avuta.
Beatrice Monroy racconta di violenze viste e patite, di persecuzioni antiche e delitti contemporanei, del valore del ricordo come atto politico contro un sistema oppressivo che nasconde o cancella la verità.
Con una scrittura evocativa e immersiva, carica di immagini e simboli, l'autrice fonde pensieri e cronaca, riflessioni intime e storia collettiva. E nell'intreccio di vicende di intere generazioni travolte dalle bombe ‒ dolori privati divenuti pubblici, illusioni spezzate, amicizie perdute e ritrovate ‒ emerge una verità fragile ma essenziale.
Protagoniste sono le donne, custodi di memoria, che affrontano il peso dei lutti e del silenzio trovando difesa e rivolta nella parola e nel suo potere di liberazione. Una resistenza che si esprime nell'impegno antimafia quotidiano, nei lenzuoli bianchi alle finestre su cui è scritto "No alla mafia", nella lotta per uno spazio culturale o per uno spazio verde di quartiere, nelle estati di letture pubbliche in piazza.
La narrazione si fa così denuncia e speranza, restituendo la voce a chi non l'ha mai avuta.
Quarta di copertina
"Il silenzio è una pratica assolutoria: se non si parla dell'accaduto,
allora non è accaduto davvero, o non mi riguarda.
Questa è la menzogna"
Davide Enia
Biografia dell'autore
Beatrice Monroy vive a Palermo, è scrittrice e drammaturga. Ha pubblicato diversi romanzi ed è stata autrice e narratrice per Rai Radio 3. Attualmente collabora con il Teatro Massimo di Palermo al progetto "Vi racconto l'opera".
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