Il racconto in presa diretta di un italiano che si trova a lavorare in Unione Sovietica dagli anni Settanta sino ai Novanta, agli albori della nuova Russia. L’esperienza del protagonista si intreccia con la vita quotidiana delle donne e degli uomini che incontra nelle fabbriche e nelle case del Caucaso e dell’Ucraina, nelle strade e negli uffici di Mosca. Anno dopo anno, tra sofferenze e amicizie, paradossi e fatiche, l’interprete di questa singolare avventura tiene traccia di una vita al tempo stesso ordinaria e straordinaria. Affronta le privazioni e la paura, le feste e il lavoro, senza giudizio sociale, senza analisi politiche, senza pretese di letture ideologiche. Emerge una narrazione lucida e coinvolgente che ci aiuta a conoscere le radici umane e il substrato culturale di quella che oggi conosciamo come “la Russia di Putin”.
Quarta di copertina
«7 settembre 1971. Quando arrivo a Sheremetyevo, l’aeroporto internazionale di Mosca, è tardo pomeriggio, piove e il termometro segna quattro gradi sotto zero. Rimaniamo a lungo in attesa prima che venga aperto il portellone dell’aereo. Sulla scaletta e sulla pista, oltre a hostess matronali, ci sono i militari. Il nostro è l’unico aereo straniero in mezzo ai pochi dell’Aeroflot. Attraversiamo il piazzale a bordo di un autobus intriso di un odore acido, penetrante; un odore che ritroverò spesso e che rimane nella mia memoria come l’odore dei luoghi pubblici dell’Urss. Due militari presidiano una porta che viene aperta solo dall’interno, siamo ammessi alla sala arrivi e ci avviciniamo al controllo passaporti...»
Biografia dell'autore
Lucio Turroni è nato nel 1939 a Borgo San Dalmazzo (Cuneo). Dopo aver passato gli anni della seconda guerra mondiale in Romagna, si trasferisce a Milano. A 29 anni sposa Marta, poi a completare la famiglia arrivano le figlie Paola e Caterina. Lucio inizia la sua carriera come disegnatore tecnico ed è nel 1969, quando lavora in un’impresa leader mondiale nella progettazione e costruzione di impianti industriali in Urss, che la sua vita cambia, con lunghe trasferte a Mosca, in Ucraina, nel Caucaso, e fino in Siberia. Nel 1991 con l’apertura politica del Paese, Lucio si trasferisce permanentemente a Mosca, dove rimane fino alla pensione. Oggi vive in Italia e ogni tanto parla ancora in russo.