La mafia non esiste. L'Antimafia è Montante.
L’ex presidente di Sicindustria era diventato il paladino della lotta a Cosa Nostra.
Poi si è rivelato un amico dei clan. Possibile? In un libro tutti i come e i perché.
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Poi si è rivelato un amico dei clan. Possibile? In un libro tutti i come e i perché.
Ad Attilio Bolzoni, inviato di Repubblica e cronista di lungo corso del giornalismo italiano sulla mafia, si debbono alcune immagini fulminanti particolarmente riuscite. Per esempio: «Il cratere di Capaci è troppo grande per qualsiasi aula giudiziaria», a significare che nessun processo penale riuscirà mai a prosciugare definitivamente misteri e implicazioni della strage del 1992 in cui cadde, con Francesca Morvillo e gli agenti Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, il giudice Falcone. Ma dopo le stragi di quell’anno, che segnarono una svolta nella coscienza civile del Paese e una reazione da parte dello Stato, cosa mai è accaduto nel pianeta di Cosa Nostra e dintorni? Per anni è rimasto un enigma. Gli esperti giravano a vuoto, formulando mille ipotesi. Oggi dice Bolzoni: «È accaduto che un uomo, sin da piccolo rampollo di un capomafia, che a sua volta era il consigliori del numero due di Cosa Nostra, è diventato il faro dell’Antimafia nazionale»....
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Il Padrino dell'Antimafia
una cronaca italiana sul potere infetto
di Attilio Bolzoni editore: Zolfo Editore
pagine: 312
Un siciliano che è “nel cuore” di un boss di Cosa Nostra diventa misteriosamente il faro dell’Antimafia italiana. Il delitto perfetto.Con la complicità di ministri dell’Interno e alti magistrati, di spie e generali, Calogero Antonio Montante in arte Antonello è il personaggio che più di ogni altro segna l’oscura stagione delle “mafie incensurate” che dettano legge dopo le stragi del 1992.
Simbolo della legalità per Confindustria e a capo di una centrale clandestina di spionaggio, fra affari e patti indicibili la sua storia fa scorgere un pezzo d’Italia con il sangue marcio.
Chi è davvero Montante? Solo il prestanome di un sistema imprenditoriale criminale? Il pezzo “difettoso” di una perfetta macchina di potere? È pupo o puparo?
Ma c’è un intrigo nell’intrigo: le telefonate del Presidente. Qualcuno sospetta che nelle mani di Montante siano finite le registrazioni delle conversazioni fra l’ex Capo dello Stato Napolitano e l’ex ministro Mancino, quei quattro colloqui agli atti del processo di Palermo sulla trattativa Stato-mafia che la Corte Costituzionale aveva ordinato di distruggere.
da REPUBBLICA.IT
editore: Zolfo Editore
pagine: 312
Un siciliano che è “nel cuore” di un boss di Cosa Nostra diventa misteriosamente il faro dell’Antimafia italiana. Il delitto perfetto.Con la complicità di ministri dell’Interno e alti magistrati, di spie e generali, Calogero Antonio Montante in arte Antonello è il personaggio che più di ogni altro segna l’oscura stagione delle “mafie incensurate” che dettano legge dopo le stragi del 1992.
Simbolo della legalità per Confindustria e a capo di una centrale clandestina di spionaggio, fra affari e patti indicibili la sua storia fa scorgere un pezzo d’Italia con il sangue marcio.
Chi è davvero Montante? Solo il prestanome di un sistema imprenditoriale criminale? Il pezzo “difettoso” di una perfetta macchina di potere? È pupo o puparo?
Ma c’è un intrigo nell’intrigo: le telefonate del Presidente. Qualcuno sospetta che nelle mani di Montante siano finite le registrazioni delle conversazioni fra l’ex Capo dello Stato Napolitano e l’ex ministro Mancino, quei quattro colloqui agli atti del processo di Palermo sulla trattativa Stato-mafia che la Corte Costituzionale aveva ordinato di distruggere.
da REPUBBLICA.IT
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