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Gli “Spaesati” e la conquista disperata del Nord terrone

Recensione di: Gli spaesati
05.12.2020
Ecco un libro che, per forza, per ironia amara, richiama il Luciano Bianciardi di La vita agra, ma pure, per la viva partecipazione umana, l’Elio Vittorini di Le donne di Messina . Questo libro vibrante del 2020, di concreti furori, nostalgia e disincanto, è Gli spaesati. Cronache del nord terrone (Zolfo Editore). È l’opera prima di Enzo D’Antona, siciliano di Riesi, dalla limpida carriera giornalistica. Non è “un romanzo e neppure un saggio di antropologia”, ma, spiega l’autore, “ho voluto raccontare a modo mio attraverso la memoria... lo spopolamento e in qualche caso la desertificazione di una parte di Sicilia ormai irrimediabilmente condannata al sottosviluppo e all’abba ndono”. Qui vengono narrate le storie vere di alcuni ragazzi cresciuti nello stesso paese dell’entroterra nisseno, che partono per il Nord per cercare lavoro. Giovani quasi tutti diplomati e laureati, tra il 1969 e i primi anni 90, emigrati a Milano, Torino e Genova, come fecero i loro genitori o zii contadini e operai all ’epoca dei treni del sole.

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Gli spaesati

cronache del nord terrone

di Enzo D'Antona

editore: Zolfo Editore

pagine: 200

“Noi saremo sempre spaesati. Noi non siamo partiti per vedere il mondo, siamo partiti perché avevamo bisogno di un lavoro. In questi anni non siamo stati a casa nostra e non lo saremo mai perché questa casa non c’è più”
17,00

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