C’ERA UNA VOLTA IL POOL ANTIMAFIA
Di anni ne sono passati da quella mattina del 1984, dalla telefonata che ha cambiato la vita del magistrato Leonardo Guarnotta, come lui stesso racconta nel suo libro “C’era una volta il pool antimafia, i miei anni nel bunker”, con la prefazione del giornalista Attilio Bolzoni, edito dalla casa editrice Zolfo.
Fu Antonino Caponnetto a chiedergli di entrare a far parte del pool antimafia di Palermo, quella creatura pensata prima dal consigliere istruttore Rocco Chinnici, poi fatto saltare in aria mentre usciva dal portone della sua abitazione a Palermo. La Palermo degli omicidi e degli attentati alla libanese: “Palermo come Beirut”, intitolarono i giornali a quel tempo. E non si sbagliavano.
Ad Antonino Caponnetto spettò invece il compito di tradurre in concretezza l’idea di formare un pool di magistrati che si occupasse solo di mafia.
Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Giuseppe Di Lello, e infine Leonardo Guarnotta, erano gli uomini del pool antimafia di Palermo.
Scarica l'allegato per leggere l'intero articolo di Rosario Sardella per "S il mensile siciliano d'inchiesta"
Fu Antonino Caponnetto a chiedergli di entrare a far parte del pool antimafia di Palermo, quella creatura pensata prima dal consigliere istruttore Rocco Chinnici, poi fatto saltare in aria mentre usciva dal portone della sua abitazione a Palermo. La Palermo degli omicidi e degli attentati alla libanese: “Palermo come Beirut”, intitolarono i giornali a quel tempo. E non si sbagliavano.
Ad Antonino Caponnetto spettò invece il compito di tradurre in concretezza l’idea di formare un pool di magistrati che si occupasse solo di mafia.
Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Giuseppe Di Lello, e infine Leonardo Guarnotta, erano gli uomini del pool antimafia di Palermo.
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C'era una volta il pool antimafia
i miei anni nel bunker
di Leonardo Guarnotta editore: Zolfo Editore
pagine: 240
“Eravamo in guerra, una guerra mai ufficialmente dichiarata dallo Stato italiano ma combattuta ogni giorno a Palermo. Sino alla fine”
editore: Zolfo Editore
pagine: 240
“Eravamo in guerra, una guerra mai ufficialmente dichiarata dallo Stato italiano ma combattuta ogni giorno a Palermo. Sino alla fine”
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