Antonio Pagliaro e la terribile storia delle bambine di Marsala
«Gentmo Signor Mike Bongiorno Sono i detenuto del fatto accaduto a Marsala e mi trovo nel carceri di Mistretta sono Pentito di quello cheo fatto…». Inizia così la lettera che nel 1971 Michele Vinci, noto alle cronache come il “mostro di Marsala”, indirizza al conduttore di Rischiatutto. Non ha nemmeno bisogno di ricordargli qual è il “fatto” che lo riguarda, tutti sanno cos’è successo a Marsala, tutto il Paese ha letto sui giornali di quel delitto impronunciabile, così terribile che immediatamente, nella coscienza collettiva, comincia a essere rimosso, a perdere i tratti precisi della sua storia. Rimane solo una traccia, una formula in grado di riportare all’angoscia di quegli anni, basta accennare alla "tragedia delle bambine di Marsala" e la memoria torna di nuovo a turbare gli animi.
Antonella Valenti, Ninfa e Virginia Marchese, nove sette e cinque anni, vengono rapite da Michele Vinci intorno alle due del pomeriggio del 21 ottobre 1971. Il primo corpo ad essere rinvenuto è quello di Antonella, il 26 ottobre, in una scuola abbandonata in contrada Rakalia. Per Virginia e Ninfa le ricerche si fanno più lunghe, bisogna attendere l’arresto del mostro e la sua confessione, la notte tra il 9 e il 10 novemebre. Il ritrovamento dei loro cadaveri segnerà una delle pagine più oscure della storia italiana.
Per redimere il delitto dalla sua impronunciabilità, per restituirgli dei tratti precisi, una storia che possa finalmente essere raccontata, Antonio Pagliaro ha ricostruito l'intera vicenda in Storia terribile delle bambine di Marsala. Il delitto che sconvolse l'Italia intera
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Storia terribile delle bambine di Marsala
il delitto che sconvolse l'Italia intera
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