QUANDO LA MAFIA SCOMPARVE, PER LASCIARE IL CAMPO ALLA (COSIDDETTA) ANTIMAFIA
“Il giorno in cui, nel 2006, viene arrestato Bernardo Provenzano… ecco, quel giorno inizia l’ascesa di Antonello Montante”.
Dovessi scegliere tra le tante perle che ha regalato un’ora e mezza ad ascoltare Attilio Bolzoni, autore de “Il Padrino dell’Antimafia”, pubblicata da Zolfo come libro d’esordio della casa editrice, guidata da Lillo Garlisi, anche lui siciliano ma di stanza a Milano da un quarantennio, e presentato sabato 16 novembre a Bookcity, pescherei questa. La pescherei perché ci porta davvero in mezzo alla storia: una enorme storia italiana, fatta di politica, giornalismo pigro e giornalismo vero, servizi segreti, ma anche millanterie, carattere italico, resilienza e capacità di adattamento dei nostri peggiori costumi.
CLICCA QUI per leggere l'articolo di Jacopo Tondelli
Dovessi scegliere tra le tante perle che ha regalato un’ora e mezza ad ascoltare Attilio Bolzoni, autore de “Il Padrino dell’Antimafia”, pubblicata da Zolfo come libro d’esordio della casa editrice, guidata da Lillo Garlisi, anche lui siciliano ma di stanza a Milano da un quarantennio, e presentato sabato 16 novembre a Bookcity, pescherei questa. La pescherei perché ci porta davvero in mezzo alla storia: una enorme storia italiana, fatta di politica, giornalismo pigro e giornalismo vero, servizi segreti, ma anche millanterie, carattere italico, resilienza e capacità di adattamento dei nostri peggiori costumi.
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Il Padrino dell'Antimafia
una cronaca italiana sul potere infetto
di Attilio Bolzoni editore: Zolfo Editore
pagine: 312
Un siciliano che è “nel cuore” di un boss di Cosa Nostra diventa misteriosamente il faro dell’Antimafia italiana. Il delitto perfetto.Con la complicità di ministri dell’Interno e alti magistrati, di spie e generali, Calogero Antonio Montante in arte Antonello è il personaggio che più di ogni altro segna l’oscura stagione delle “mafie incensurate” che dettano legge dopo le stragi del 1992.
Simbolo della legalità per Confindustria e a capo di una centrale clandestina di spionaggio, fra affari e patti indicibili la sua storia fa scorgere un pezzo d’Italia con il sangue marcio.
Chi è davvero Montante? Solo il prestanome di un sistema imprenditoriale criminale? Il pezzo “difettoso” di una perfetta macchina di potere? È pupo o puparo?
Ma c’è un intrigo nell’intrigo: le telefonate del Presidente. Qualcuno sospetta che nelle mani di Montante siano finite le registrazioni delle conversazioni fra l’ex Capo dello Stato Napolitano e l’ex ministro Mancino, quei quattro colloqui agli atti del processo di Palermo sulla trattativa Stato-mafia che la Corte Costituzionale aveva ordinato di distruggere.
da REPUBBLICA.IT
editore: Zolfo Editore
pagine: 312
Un siciliano che è “nel cuore” di un boss di Cosa Nostra diventa misteriosamente il faro dell’Antimafia italiana. Il delitto perfetto.Con la complicità di ministri dell’Interno e alti magistrati, di spie e generali, Calogero Antonio Montante in arte Antonello è il personaggio che più di ogni altro segna l’oscura stagione delle “mafie incensurate” che dettano legge dopo le stragi del 1992.
Simbolo della legalità per Confindustria e a capo di una centrale clandestina di spionaggio, fra affari e patti indicibili la sua storia fa scorgere un pezzo d’Italia con il sangue marcio.
Chi è davvero Montante? Solo il prestanome di un sistema imprenditoriale criminale? Il pezzo “difettoso” di una perfetta macchina di potere? È pupo o puparo?
Ma c’è un intrigo nell’intrigo: le telefonate del Presidente. Qualcuno sospetta che nelle mani di Montante siano finite le registrazioni delle conversazioni fra l’ex Capo dello Stato Napolitano e l’ex ministro Mancino, quei quattro colloqui agli atti del processo di Palermo sulla trattativa Stato-mafia che la Corte Costituzionale aveva ordinato di distruggere.
da REPUBBLICA.IT
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