Per chi c’era e non dormiva: La Cosa sarà loro, ma la storia è Nostra
Per approfittare di una rara opportunità di andare oltre l’attuale comprensione giuridica/mediatica del fenomeno mafioso – sia quello squisitamente criminale sia, soprattutto, quello culturale – si può leggere La notte della civetta, il nuovo libro di Piero Melati, giornalista e palermitano, nato e formato sul campo. Da individuo, senza metodo e scienza, mette mano sul proprio inconscio e lo condivide. Da autore non seppellito.
Questo ragionato memoir di Melati sbroglia il suo pensiero che si trova a metà tra quelli di Leonardo Sciascia e Giovanni Falcone; tra il giudizio intellettuale e il giudizio giuridico. Nella tradizione dell’Io so di Pasolini (e poi di Ingroia): Io so, ma non ho le prove. Le esperienze di vita che ha vissuto (non impunemente); le testimonianze dirette fatte con cognizione di causa; le emozioni provocate in lui, da vicino; il pensiero maturato e le dovute umane conclusioni tratte da Melati sono le sue prove: fanno il suo prezioso patrimonio umano che ci offre – a noi i suoi compagni di viaggio nella tomba – senza badare troppo alla nostra recezione o meno della sua offerta.
Clicca QUI per leggere l'intero articolo di Joseph M. Benoit per La Voce di New York
La notte della civetta
storie eretiche di mafia, di Sicilia, d'Italia
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