‘La notte della civetta’, l’atto d’amore per la Sicilia di Piero Melati sull’estate 1985
È un atto d’amore verso la Sicilia l’ultimo libro di Piero Melati, La notte della civetta, ed. Zolfo. Pieno di sicilianità, di cupezza e di profondità, come lo spirito di quella terra nichilista “inconscio dell’Italia”. Così indefinita da rappresentare uno spazio di riserva del pensiero irrazionale.
Uscito mentre il virus si impossessava delle nostre vite, il libro non è tuttavia passato inosservato, forse per merito della sua intensità e per la sua distanza dai luoghi comuni: niente frasi fatte o deferenze. Se dobbiamo ricordare il giudice Costa, dobbiamo anche parlare dei sostituti che lo abbandonarono: lui firma i mandati di cattura contro gli Inzerillo, gli altri no.
Lui viene ammazzato, gli altri vanno avanti partecipando alle cerimonie in memoria degli “eroi”. Ai funerali dei caduti, disse all’autore un famoso Pm, si vede chi scende e chi sale, basta guardare la disposizione delle prime file.
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La notte della civetta
storie eretiche di mafia, di Sicilia, d'Italia
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